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Repubblica-PAlermo-Meno cattedre, più precari

Meno cattedre, più precari Andranno a prof di ruolo solo 18 posti liberi su cento Negli istituti superiori un professore su cinque non ha ancora uno stipendio fisso Sono 5...

14/05/2004
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la Repubblica

Meno cattedre, più precari
Andranno a prof di ruolo solo 18 posti liberi su cento
Negli istituti superiori un professore su cinque non ha ancora uno stipendio fisso
Sono 5.200 le caselle libere che verranno coperte con la chiamata di supplenti
Enza Albini, della Cgil "Una goccia nel mare non vengono neanche sostituiti i pensionati"
I tecnici del ministero quantificano le immissioni in ruolo per l'anno prossimo: in Sicilia posto per 1.164 docenti e 216 bidelli
SALVO INTRAVAIA


Nella scuola assunzioni col contagocce e precariato in aumento. In Sicilia, a settembre, migliaia di cattedre rimarranno ancora vuote, l'istruzione pubblica sarà più "precaria" di qualche anno fa e per i bidelli si avranno nuovi tagli. Ecco lo scenario con il quale dovranno fare i conti docenti, alunni e famiglie. Giovedì scorso a Roma si è svolto il primo incontro tra sindacati e tecnici del ministero dell'Istruzione per definire i criteri per l'immissione in ruolo di 15 mila fra docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Ai docenti andranno 12.500 posti, agli Ata 2.500. Metà dei nuovi docenti, bidelli e segretari saranno reclutati attraverso le graduatorie degli ultimi concorsi a cattedre, e il restante 50 per cento dalle graduatorie permanenti.
Secondo una prima ipotesi di ripartizione a livello provinciale, che non dovrebbe subire grossi cambiamenti, delle 15 mila immissioni in ruolo per maestri e prof dell'Isola arriveranno 1.164 posti, mentre per il personale Ata appena 216. In tutto il 18 per cento dei posti liberi. Nel 2001 il governo di centrosinistra di posti ne assegnò sei su dieci, per un totale di 60 mila cattedre. Ovviamente i precari sono scontenti del numero di posti messi a disposizione dal ministero e si dicono molto sconfortati.
"Faccio la supplente da sette anni, ma conosco colleghi in lista da tredici - dice Giusi Barbaro - referente per la provincia di Palermo del Miip, il Movimento interregionale insegnanti precari - Da tempo, assieme alle altre organizzazioni nazionali di precari della scuola, chiediamo al ministero, senza risultati, di coprire tutti i posti vacanti". Dopo tre anni di blocco delle assunzioni, quelle che dovrebbero scattare dal prossimo settembre sono "una goccia nel mare che non copre neppure il turnover dovuto ai pensionamenti - dice Enza Albini, segretario regionale della Cgil Scuola - I posti disponibili sono molti di più".
Il 1? settembre docenti e Ata siciliani che lasceranno il posto di lavoro per andare in pensione saranno 2.442. E, nonostante i tagli al personale imposti nell'ultimo biennio dal dicastero retto da Letizia Moratti e il numero irrisorio di assunzioni a tempo indeterminato, il prossimo anno scolastico in Sicilia ci saranno ancora quasi 5.200 posti liberi che, in mancanza di titolari, saranno assegnati ai supplenti. Come avviene ormai in tutto il pubblico impiego, con questi numeri anche nella scuola una fetta sempre più consistente del personale rimarrà precario. Nell'anno scolastico 2001-2002 i supplenti in Sicilia erano il 13,7 per cento, contro il 16,4 di quest'anno, con livelli record per il sostegno e la scuola media. Sorprendentemente in calo, invece, quelli del superiore che hanno pagato il prezzo del ricongiungimento a 18 ore di tutte le cattedre imposto dalla Finanziaria di due anni fa.
I precari occupano i posti lasciati liberi dal personale di ruolo e sono costretti annualmente a scegliere una nuova scuola. Fenomeno che, se ancora presenta un'incidenza relativa nella scuola elementare e materna, nell'istruzione secondaria e nel sostegno assume invece connotati da primato. Oltre un professore su cinque degli istituti superiori è precario, percentuale che schizza in alto quando si contano i docenti che seguono gli alunni disabili: uno su due non è di ruolo. I capi d'istituto, all'unisono, condannano il balletto dei supplenti. "La precarizzazione del personale è un fatto certamente negativo - dice Isabella Vitrano, preside della scuola media Franchetti, nel quartiere Settecannoli - soprattutto per i portatori di handicap che spesso hanno problemi a legare con l'insegnante e vivono male i continui cambi. A parte il fatto che il nuovo supplente deve ricominciare da zero e buona parte del lavoro fatto dall'insegnante precedente viene disperso".
A confermare l'impatto deleterio della precarizzazione sugli studenti è l'indagine ministeriale sulla valutazione degli apprendimenti - in Italiano, Matematica e Scienze - arrivata quest'anno alla terza edizione. "Nella mia scuola i migliori risultati sono stati ottenuti dalle classi che hanno cambiato meno docenti nel corso del quinquennio", dice Roberto Tripodi, preside dell'istituto tecnico industriale Volta. Ma perché mantenere un numero così elevato di supplenti? "È una strategia attivata dall'asse Moratti-Tremonti - risponde Albini - per tagliare più posti possibili nella scuola pubblica. Il disegno di questo governo è di ridurre ancora gli organici. In futuro sarà più facile licenziare un supplente che un docente di ruolo".
A proposito di tagli, dopo quella sui docenti è ormai definita anche l'incidenza sul personale Ata. Malgrado gli oltre ottomila posti disponibili in Sicilia, salteranno ancora 402 posti di bidello che andranno ad aggravare la già precaria situazione di parecchie scuole del Palermitano, alle prese con l'annosa querelle degli esecutori scolastici passati dagli enti locali allo Stato e che rifiutano la ramazza.