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Repubblica/Palermo: Nelle aule delle medie boom di studenti cinesi

Boom di alunni cinesi tra i banchi e i prof scoprono gli ideogrammi

13/09/2006
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la Repubblica

In due anni la presenza negli istituti cittadini è più che raddoppiata. L´incremento maggiore alle medie

Gli insegnanti devono ricorrere a programmi differenziati "Sono bravissimi in matematica ma non parliamogli di Petrarca"

SALVO INTRAVAIA
Un pezzo di Oriente nelle scuole palermitane. In appena due anni, negli istituti della provincia di Palermo, gli alunni di nazionalità cinese sono più che raddoppiati e i docenti scoprono la difficoltà di insegnare in una scuola davvero multietnica. Finora, la scuola multirazziale cittadina ha portato maestre e professori a confrontarsi soprattutto con altri asiatici: cingalesi e bengalesi.
Ma i piccoli cinesi stanno recuperando in fretta. E alla scuola media per numero di presenze hanno quasi raggiunto i compagni provenienti dall´isola di Sri Lanka. I dati si riferiscono all´anno scolastico appena concluso, il 2005-2006, e l´anno che comincia lunedì si preannuncia con una presenza ancora più massiccia. La Cina, insomma, è sempre più vicina. I primi ad accorgersene sono stati gli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori del centro storico che ospitano il maggior numero di alunni con gli occhi a mandorla. Ai docenti che operano in queste scuole si richiede un impegno in più. Ma non si tratta, ovviamente, soltanto di grattacapi, in poco tempo i professori hanno avuto modo di apprezzare anche le innumerevoli qualità di questi alunni. Stando alle prime esperienze di maestre e professori, senza interventi volti all´integrazione dei cinesi la vita in alcune classi potrebbe in futuro diventare davvero complicata. «La lingua è un problema serio - spiega Adriana Metallo, insegnante di Italiano alla scuola media Quasimodo, nei pressi di via Oreto - Sono molto chiusi ed è piuttosto difficile interagire con loro. Sembrano diffidenti, ma in realtà sono riservati, legati alle loro cose, alle loro tradizioni e alla loro lingua molto più di noi». Insomma, un bel da fare per docenti che già devono fronteggiare giornalmente i tanti problemi della scuola palermitana. In parecchi casi, si cerca di superare l´ostacolo con corsi di lingua italiana per stranieri, dice Alessandro Cicciari, vicario della Quasimodo, o con particolari vocabolari che per tradurre gli ideogrammi fanno ricorso ad immagini. E si va avanti con programmazioni differenziate perché «non è possibile far studiare loro Petrarca», ammette la professoressa Metallo. In compenso, i ragazzini cinesi ottengono risultati eccezionali in matematica: un vero pugno nello stomaco per gli alunni palermitani, recentemente risultati i più scarsi d´Italia. «Per due anni consecutivi - racconta Cicciari - con alunne cinesi abbiamo vinto addirittura le olimpiadi regionali di matematica». Le scuole palermitane con il maggior numero di alunni cinesi sono le medie «Silvio Boccone», in via del Vespro, «Quasimodo» e «Roncalli», nei pressi del corso dei Mille, le elementari «Perez», a due passi della stazione, il «Ferrara» in piazza Magione, e l´ex magistrale «Regina Margherita». Queste sei scuole, da sole, ospitano più della metà degli alunni cinesi di tutta la provincia. «Sono molto tranquilli in classe - dice Giuseppe Drago, dirigente scolastico della Perez - rispettosi del posto e delle regole. Stanno attenti anche quando non comprendono la maestra. Insomma, sempre molto disciplinati». E la vicaria, Maria Pizzolanti, confessa: «Spesso le nostre difficoltà cominciano fin dall´iscrizione a scuola. Non ci capiamo e in alcuni casi siamo stati aiutati dagli bambini più grandi già iscritti nel nostro istituto». E durante le normali attività didattiche «sarebbe necessaria la presenza di mediatori culturali». Ma nella scuola dei tagli, chi li paga?