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Repubblica-Palermo-Niente corsi, la scuola è la strada

Gli operatori sociali denunciano il mancato avvio della formazione professionale per i ragazzini usciti dalla media Niente corsi, la scuola è la strada Allarme dallo Zen: "A decine s...

02/02/2006
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la Repubblica

Gli operatori sociali denunciano il mancato avvio della formazione professionale per i ragazzini usciti dalla media
Niente corsi, la scuola è la strada
Allarme dallo Zen: "A decine scelgono lavoretti o delinquenza"
Due ex alunni sono già finiti al Malaspina Una mamma: "Mio figlio non studierà più"
SALVO INTRAVAIA


La formazione professionale non parte, e ai ragazzi dello Zen non resta che bighellonare tutte le mattine per le vie del quartiere. "Sono tanti quelli che rischiano di ingrossare i numeri della dispersione scolastica", avvertono le operatrici socio-psicopedagogiche che, dopo avere strappato i ragazzini alle tentazioni della strada, ora temono per il loro destino.
"Decine di ragazzini usciti a giugno dalla scuola media - dice Carla Mazzola - si sono iscritti ai corsi di formazione professionale regionali, non ancora attivati. Genitori e alunni in questi giorni vengono a scuola per chiederci cosa devono fare. Da quattro mesi sono a spasso senza fare nulla. Temiamo che altri abbiano iniziato piccoli lavori o, peggio, percorsi devianti".
Ma cosa fanno i quattordicenni dello Zen e degli altri quartieri a rischio della città in attesa che la Regione avvii le attività? Maria ha 15 anni e ha scelto di iscriversi a un corso per parrucchiera. In questi mesi è rimasta a casa ad accudire i fratellini. Fa la casalinga e bada a tutta la famiglia. E Maria non è la sola in questa situazione. Franca, invece, è una mamma disperata. Ogni giorno va a scuola per sapere quando partiranno i corsi. "Se non mi avessero consigliato la formazione professionale - dice - mio figlio non si troverebbe in questa situazione: fa il garzone dal fornaio che gli dà 40 euro alla settimana. Per lui sono tanti, perché con quei soldi riesce a pagarsi il cinema e qualche altra piccola spesa. Come farò a convincerlo a tornare a studiare? Se l'avessi saputo, lo avrei iscritto all'alberghiero".
I nomi sono tutti di fantasia, le storie vere. Come quella di Filippo e Giovanni, che l'anno scorso si sono iscritti a un corso per meccanico ma, vista l'inerzia della Regione, si sono imbattuti in brutte amicizie e hanno passato diversi giorni nel carcere dei minorenni per piccoli reati. Nelle sei scuole medie (Falcone, Basile, Sferracavallo, Sciascia, Borgese e Florio) tenute sott'occhio dall'osservatorio Montegallo sono quasi 150 i ragazzini in attesa. In tutta la città mille, forse duemila. "Basta fare un giro per vedere quanti di loro ciondolano per strada. Si svegliano a mezzogiorno, non hanno niente da fare. E poi cerchiamo i motivi delle depressioni giovanili?", osserva Evelina Arcidiacono.
E il diritto-dovere all'istruzione o alla formazione professionale fino a 18 anni, sancito dalla riforma Moratti? "L'assurdo - sottolinea Carla Mazzola - è che nessuno sa quanti siano esattamente questi ragazzi. Non esiste un monitoraggio, e se qualcuno evade il diritto-dovere, nessuno li va cercare".
Il problema è che non si sa bene cosa sia questo diritto-dovere. "In Sicilia - sbotta la Arcidiacono - è obbligatorio o è un optional? La Moratti avrebbe dovuto pretendere garanzie dalle Regioni". Ma non è tutto. Solo una parte dei progetti presentati - in relazione al numero delle iscrizioni - dagli enti di formazione sarebbero stati inseriti nel piano degli interventi sul diritto-obbligo formativo (Dof) approvato lo scorso 28 dicembre dall'assessorato regionale al Lavoro. Per seguire i corsi, cioè, ci sarà posto solo per 4.600 studenti. Gli altri resteranno fuori.