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Repubblica-PAlermo-Scuola, maglia nera alla Sicilia al superiore record di bocciature

Un'ecatombe soprattutto nelle prime classi: perdono l'anno più di venti studenti su cento. È il peggiore risultato tra le regioni Scuola, maglia nera alla Sicilia al superiore record di bo...

14/08/2004
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la Repubblica

Un'ecatombe soprattutto nelle prime classi: perdono l'anno più di venti studenti su cento. È il peggiore risultato tra le regioni
Scuola, maglia nera alla Sicilia al superiore record di bocciature
Molti alunni non comprendono l'italiano e si smarriscono nel passaggio dal sistema dei giudizi al voto
L'indagine statistica è stata elaborata dal settimanale online "Tuttoscuola" sulla base dei dati forniti dal ministero
I più bravi risultano i molisani. Tra le ragazze in testa marchigiane e calabresi
Di chi è la colpa? Polemica tra i prof dei licei e quelli del grado inferiore
SALVO INTRAVAIA


Gli studenti siciliani finiscono dietro la lavagna. Gli alunni delle prime classi delle scuole superiori risultano i peggiori d'Italia, con tassi di bocciatura a dir poco allarmanti. Questo quadro poco edificante per il mondo dell'istruzione siciliana viene messo in luce dal settimanale online Tuttoscuola.com, che sulla scorta dei dati forniti dal ministero dell'Istruzione ha elaborato una classifica per regioni. La fonte è un'indagine per campione condotta dal Sistan (il sistema statistico nazionale) su 1.500 scuole distribuite in tutta Italia.
Secondo l'elaborazione di Tuttoscuola, quest'anno nelle prime quattro classi della scuola superiore, in Sicilia, sono state bocciate quasi 16 ragazze su cento (peggiore risultato italiano dopo quello della Sardegna) e addirittura più di un ragazzo su cinque (terzultima posizione dopo Sardegna e Liguria). I più bravi risultano gli studenti molisani, seguiti da marchigiani e calabresi; tra le ragazze le marchigiane e, a ruota, calabresi e lucane.
In Sicilia la débâcle si registra al primo anno. Più di un quarto di bocciature per i maschi - maglia nera tra le regioni - e oltre un quinto per le ragazze. Cifre da capogiro per chi da anni cerca di combattere il fenomeno della dispersione scolastica. Tenuto conto che meno di un anno fa il Consiglio dell'Unione europea "per realizzare un'economia più competitiva e dinamica basata sulla conoscenza e per la promozione dell'inclusione, l'occupazione, la coesione sociale, la realizzazione personale e professionale", ha chiesto agli Stati membri di contrastare la dispersione per giungere a una drastica riduzione entro il 2010. "È un dato che conosciamo bene - dice Maurizio Gentile, coordinatore del settore Dispersione scolastica e successo formativo dell'Ufficio scolastico regionale - dovuto al fatto che negli ultimi anni siamo riusciti a riportare a scuola molti ragazzi "problematici" che un tempo la abbandonavano. Per questi è più facile essere bocciati".
Professori e presidi delle scuole superiori danno però la colpa ai colleghi della media. "Nel biennio iniziale - dice Stefano Marina, docente di Matematica allo scientifico Einstein - cerchiamo di recuperare le notevoli carenze che riscontriamo nei ragazzi". Dello stesso avviso Marcello Viola, insegnante di Fisica e laboratorio all'industriale Vittorio Emanuele III, che riesce "a limitare i danni impegnando gli alunni nelle esercitazioni di laboratorio".
Ma non tutte le responsabilità possono essere addossate ai docenti della media. "Spesso le scelte dei ragazzi non coincidono con le loro effettive inclinazioni. Ben presto l'interesse cala e la bocciatura è dietro l'angolo", sostiene Anna Maria Russo, che insegna Lettere al tecnico per geometri Parlatore, in pieno centro storico. Mentre la collega del classico Garibaldi Lucia Bonaffino ammette che "per recuperare le lacune occorrerebbe lavorare di più sulle abilità trasversali degli studenti".
Ma cosa ne pensano docenti e capi d'istituto della scuola media? Maria Apollonia Cortimiglia ha insegnato Lingue straniere a Treviglio, in provincia di Bergamo. Adesso è in cattedra in Sicilia. "Non ho riscontrato - racconta - differenze negli studenti. Al Nord tuttavia le scuole hanno più capacità di recuperare i ragazzini, grazie alle maggiori disponibilità finanziarie provenienti anche dal settore privato". Non vuole sentire parlare di responsabilità Giovanni Pusateri, preside della media Leonardo da Vinci: "Finiamola con questo scaricabarile. Chi afferma queste cose non sa di cosa parla. Noi non abbiamo il compito di selezionare. La verità è che la scuola superiore ha ancora un'impostazione eccessivamente umanistica e teorica. Se facessimo come loro, lasceremmo fuori un'enorme fetta di studenti che, pur avendo buone capacità, non coincidono con quelle che la scuola superiore richiede e valuta".
Per Gentile le strade da seguire per ridurre l'insuccesso scolastico sono tre: "Occorre ricucire la cesura esistente tra scuola media e superiore, che deve rispondere maggiormente ai bisogni di tutti. E ci vuole un più ampio coinvolgimento delle istituzioni e delle famiglie, troppo spesso deboli anche se non economicamente svantaggiate".