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Repubblica-PAlermo-Scuola, mancano 1.600 docenti ragazzi disabili senza sostegno

LA VERTENZA I sindacati contestano i tagli di Stato, Regione ed enti locali Scuola, mancano 1.600 docenti ragazzi disabili senza sostegno ...

23/09/2005
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la Repubblica

LA VERTENZA
I sindacati contestano i tagli di Stato, Regione ed enti locali
Scuola, mancano 1.600 docenti ragazzi disabili senza sostegno


"Il tema della scuola, in Sicilia, è affrontato sul fronte dei tagli e del risparmio. Questa è la scelta di una regione che non investe sul proprio futuro": è il pesante giudizio di Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana, che accusa la Regione di dedicare "pochissima attenzione all'istruzione e alla formazione professionale". A lezioni già avviate, la scuola si ritrova ancora con classi senza docenti, studenti che spariscono dai conteggi ministeriali, precariato record, edifici carenti e personale Ata "sterminato". Il quadro a tinte fosche delineato da Cgil, Cisl, Uil e Snals dà un'immagine "totalmente diversa da quella mostrata dal ministro Moratti", dice Enza Albini, della Flc Cgil.
Sul banco degli imputati, oltre al governo Berlusconi, anche Regione ed enti locali, "responsabili dello stato di abbandono dell'edilizia scolastica siciliana", sostiene Paolo Mezzio, segretario regionale della Cisl, che parla "di processo di desertificazione produttiva per il quale 100 mila giovani laureati e diplomati ogni anno prendono la valigia e si recano altrove in cerca di lavoro".
I sindacati parlano di "disagio del sistema scuola in Sicilia". Per Claudio Barone, della Uil, "il calo degli alunni in Sicilia mostra che il gap col resto del Paese si sta accentuando". I sindacati snocciolano una serie di dati: 1.683 docenti, soprattutto di sostegno, ancora da nominare. Precariato record (13 per cento fra gli insegnanti, oltre il 20 fra il personale Ata). Quasi tremila studenti del superiore, iscritti a gennaio, "letteralmente spariti". "Dove sono andati a finire?", si chiede la Albini.
I corsi triennali della Regione per gli alunni non più soggetti all'obbligo "sono miseramente falliti, mancano una legge sul diritto allo studio e un'anagrafe regionale per capire quale strada hanno preso questi ragazzi". Mentre la Regione - aggiunge Barone - "investe in provvedimenti dagli esiti effimeri come il buono scuola o l'una tantum".
Salvo Intravaia