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Repubblica-Palermo-SCUOLE IN CRISI

SCUOLE IN CRISI Freddo e strutture fatiscenti l'istruzione è in ginocchio Sotto accusa gli edifici che non sono stati costruiti per ospitare istituti In tutta la Sicilia il c...

05/02/2005
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la Repubblica

SCUOLE IN CRISI
Freddo e strutture fatiscenti l'istruzione è in ginocchio
Sotto accusa gli edifici che non sono stati costruiti per ospitare istituti
In tutta la Sicilia il clima rigido ha messo a nudo la carenza di impianti adeguati
"Ormai è normale che i laboratori si facciano portando il materiale da casa"
Studenti costretti a indossare sciarpe e cappotti e temperature di sedici gradi
GIOIA SGARLATA


È bastata una settimana di freddo per fare esplodere le carenze e le contraddizioni della scuola siciliana. A Messina 80 degli istituti gestiti dal Comune sono senza riscaldamento. In provincia di Agrigento centinaia di ragazzi, costretti a far lezione con sciarpe e cappotti, si sono rifiutati di entrare a scuola e hanno chiesto di incontrare i sindaci dei loro paesi. A Taormina, dopo vari tira e molla sulla presunta instabilità strutturale dell'elementare Vittorino Da Feltre, il Consiglio comunale si è autodeterminato dando vita a un team di esperti che ha già dato il suo parere: "La scuola è dissestata e va demolita". Copioni che si ripetono di anno in anno e di luogo in luogo. Ma cos'è che non va? Di chi è la colpa? Di sindaci e presidenti di Provincia chiamati in causa in questi giorni o dello Stato?
"La verità è che c'è una sottovalutazione del problema scuola a tutti i livelli. E la responsabilità maggiore è del governo nazionale che ha tagliato i trasferimenti agli enti locali - dice il segretario regionale della Cgil Enza Albini - Sta di fatto che molti degli edifici che ospitano scuole non nascono come luoghi di studio e non hanno manutenzione. È come se la cultura e la scuola fossero gli ultimi problemi da porsi. Anche su temi delicati come la sicurezza non riceviamo le giuste risposte. Da un mese con Cisl, Uil e Snals chiediamo un incontro con l'assessorato regionale all'Istruzione e la direzione regionale scolastica per fare il punto sull'adeguamento in Sicilia alle norme di sicurezza. Ancora non abbiamo avuto risposte". Dice Gaetano Ruvolo, responsabile palermitano della Cgil con 24 anni di insegnamento alle spalle: "Ci si accorge che i riscaldamenti non ci sono quando c'è freddo, altrimenti a Palermo e in Sicilia anche questo diventa normale. Come è normale che i ragazzi facciano laboratorio portandosi tutto da casa a loro spese mentre i materiali dovrebbero essere forniti dalla scuola. È normale che non ci siano palestre e computer, che il 54 per cento degli istituti siciliani sia fuorilegge dal punto di vista igienico sanitario, il 53 da quello statico, il 65 per la normativa antincendio. È normale che la mensa funzioni solo dove è pagata dai genitori".
Storie, disservizi che in alcune zone di frontiera si uniscono ad altri problemi. "Allo Zen gli atti di vandalismo si ripetono continuamente ma ci sono anche paradossi eclatanti come questo asilo nido: inaugurato, vandalizzato, distrutto, ricostruito l'anno scorso. Eppure ancora chiuso nonostante allo Zen sarebbe più che necessario perché molte bambine restano a casa per guardare i fratellini o le sorelline più piccole, invece di venire a scuola" spiega Carla Mazzola, operatrice psicopedagogica all'istituto comprensivo Sciascia. A Gela l'ultimo atto vandalico risale a qualche giorno fa. "Ma ormai è una consuetudine. Cerchiamo di arginarlo con sistemi di sorveglianza. Ma a volte neanche questi bastano", dice Luciano Vullo, assessore comunale all'Istruzione e preside del locale liceo scientifico. "Quando ho accettato l'incarico in giunta - confessa - non credevo che sarebbe stato così difficile. L'ente locale è l'interlocutore più immediato del cittadino e deve dare risposte. Ma a volte bisogna fare i salti mortali. Per l'assistenza ai disabili, ad esempio, la Regione ha demandato ai Comuni la competenza ma senza dare soldi. E così siamo costretti a raschiare sul bilancio cercando di tamponare le emergenze. Mi chiedo quanto costerà ai siciliani questa politica di tagli alle risorse e al personale della scuola: dai bidelli agli assistenti sociali".
A bussare alle porte dei sindaci sono in tanti: a Santa Caterina Gela i ragazzi della media Giacomo Zannella si sono presentati al Comune per parlare direttamente col sindaco dopo due giorni all'addiaccio. All'elementare Michele Capra, invece, per due giorni la scuola è rimasta chiusa perché i termosifoni ci sono ma i termoconvertitori "sono tarati a sedici gradi e oltre questa temperatura non vanno", hanno spiegato dal Comune. Mentre a Porto Empedocle, nell'agrigentino, il sindaco Paolo Ferrara ha deciso di andare a vedere coi suoi occhi cos'è che non va. Dice: "Speriamo di riuscire a tamponare tutto coi nostri fondi. Altrimenti ci ingegneremo".