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Repubblica-Palermo- Seicento prof cambiano mestiere

Ecco gli effetti dei tagli imposti dalla Finanziaria. Già a settembre in 118 perderanno la cattedra Seicento prof cambiano mestiere Fra un anno la scelta: una materia diversa o un ufficio stat...

09/08/2003
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la Repubblica

Ecco gli effetti dei tagli imposti dalla Finanziaria. Già a settembre in 118 perderanno la cattedra
Seicento prof cambiano mestiere
Fra un anno la scelta: una materia diversa o un ufficio statale

Coinvolti i docenti delle scuole superiori È la conseguenza dell'aumento del numero di ore di insegnamento
SALVO INTRAVAIA

Per quasi seicento docenti siciliani l'anno scolastico alle porte potrebbe essere l'ultimo prima della "riconversione". Sono i prof delle scuole superiori che occupano le cosiddette "cattedre aggiuntive per la salvaguardia della titolarità" e che dal 1° settembre 2004 si ritroveranno senza posto. Questi insegnanti saranno costretti a seguire un corso per cambiare materia di insegnamento o a fare le valigie verso un'altra amministrazione dello Stato. Ma se non dovessero trovare sistemazione dopo due anni di "disponibilità" - una sorta di cassa integrazione per gli impiegati dello Stato - potrebbero anche essere licenziati.
È l'effetto dell'ultima legge finanziaria nazionale, che ha ricondotto l'orario di insegnamento per tutti i docenti delle scuole superiori a 18 ore settimanali. Prima di questa norma, parecchie materie venivano insegnate per un numero di ore inferiore alle 18 (anche 14), mentre la restante parte delle ore di servizio erano destinate alle supplenze nella stessa scuola o ad altre attività. Già da quest'anno la scure del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, si è abbattuta sulle scuole superiori, portando a 18 ore settimanali tutte le cattedre possibili ed evitando, come prescriveva la Finanziaria per l'anno scolastico 2003-2004, di creare situazioni di esubero.
Il bilancio in Sicilia è di 118 posti che dal prossimo 1° settembre non ci saranno più. Le cattedre sono state sottratte, nella sostanza, ai precari che su questi posti hanno lavorato in passato. Cattedre libere grazie alle quali i precari nutrivano la speranza di essere assunti o, in alternativa, di avere ulteriori supplenze annuali. Ma fra un anno le cose andranno peggioreranno decisamente sia per i docenti titolari sia per i precari. Secondo una simulazione effettuata nel giugno scorso dal ministero, senza il primo comma dell'articolo 35 della legge di bilancio (quello che per il prossimo anno ha risparmiato il soprannumero a centinaia di docenti), oltre ai 118 già tagliati nell'Isola sarebbero saltati altri 571 posti.
Un'emergenza rinviata soltanto di un anno, quando per diversi insegnanti titolari si spalancheranno le porte del "precariato di ruolo". Gli oltre 500 soprannumerari siciliani, rimanendo senza cattedra, saranno costretti a girare per le scuole della provincia in cerca di una sistemazione o a cambiare lavoro. E per i precari si assottiglieranno le possibilità di lavorare.
Da settembre in provincia di Palermo, a causa dell'applicazione restrittiva delle norme sulla formazione delle classi, docenti alle soglie della pensione e che insegnano in città da decenni saranno costretti a spostarsi in sedi a decine di chilometri e a ore di macchina di distanza. "L'unico versante sul quale la riforma Moratti sta procedendo in modo spedito - commenta Enza Albini, segretario generale della Cgil Scuola siciliana - è quello dei tagli. In Sicilia, dove le condizioni di deprivazione culturale e sociale sono più elevate rispetto al resto d'Italia, questi tagli avranno un impatto esplosivo. Sia sugli aspetti occupazionali sia sull'offerta formativa".