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Repubblica-Palermo-Sos dei presidi contro la violenza

Auto danneggiate e furti. I capi d'istituto, in assemblea dopo il caso della media Florio, confessano gli altri episodi Sos dei presidi contro la violenza Nuove intimidazioni. "Non la...

09/10/2004
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la Repubblica

Auto danneggiate e furti. I capi d'istituto, in assemblea dopo il caso della media Florio, confessano gli altri episodi
Sos dei presidi contro la violenza
Nuove intimidazioni. "Non lasciateci soli, intervenga il prefetto"
SALVO INTRAVAIA


"Non lasciateci soli", chiedono alle istituzioni i capi d'istituto palermitani. Il grido d'allarme arriva dai dirigenti degli istituti aderenti all'Asas, l'Associazione delle scuole autonome della Sicilia, dopo l'atto intimidatorio messo a segno una settimana fa contro la preside della scuola media Ignazio Florio a San Lorenzo. All'indomani dell'attentato incendiario che ha distrutto l'autovettura di Angela Perricone, vengono a galla episodi che nei mesi scorsi hanno coinvolto altri presidi e direttori didattici. L'Asas ha indetto una riunione per esprimere solidarietà alla preside Perticone. In quella sede i dirigenti scolastici delle scuole di Palermo hanno "socializzato" gli atti intimidatori e di vandalismo subiti nel corso dell'ultimo anno e, alla fine, hanno chiesto al prefetto Ignazio Marino di essere ricevuti. "Alcuni mesi fa ho posteggiato la macchina di fronte la chiesa di padre Puglisi. Quando sono ritornato per riprenderla ho trovato la carrozzeria danneggiata, gli specchietti retrovisori strappati e le gomme bucate", racconta Roberto Tripodi, preside dell'industriale Alessandro Volta, nei pressi di Brancaccio, e presidente dell'Asas. Capire perché qualcuno se l'è presa con la sua macchina non è facile. "C'è solo l'imbarazzo della scelta - ironizza - A volte basta fare una nota sul registro o rimproverare qualcuno che tenta di entrare a scuola scavalcando la cancellata". Ma Tripodi ha fatto di più. Temendo che all'interno della scuola potesse circolare droga, ha chiesto l'intervento delle unità cinofile della Guardia di finanza.
Macchina distrutta alcuni mesi fa anche per la direttrice della scuola elementare e materna Crispi, in pieno quartiere Cep. "Hanno prelevato la mia auto sotto casa e l'indomani, dopo averla smontata, mi hanno fatto trovare la carcassa davanti alla scuola", dice Lucia Rovituso. Un chiaro messaggio che lei "non riesce a spiegarsi". Ma non è solo la macchina del capo dell'istituzione scolastica a essere presa di mira. "Siamo continuamente oggetto di atti vandalici - continua la Rovituso - L'altro ieri qualcuno è entrato di notte e ci ha fatto trovare i vetri della scuola imbrattati di escrementi. Non ne possiamo più". La dirigente scolastica crede che si tratti di "ragazzate", ma chiede un maggiore controllo del territorio che definisce "terra di nessuno". Carrozzeria della macchina completamente rigata anche per Maria Orsolina Mendola, l'anno scorso alla direzione didattica Giovanni XXIII e adesso al Quinto istituto magistrale di Brancaccio.
Ma non tutti i capi d'istituto che se la sentono di parlare delle intimidazioni subite. "L'anno scorso a una mia collega - riferisce la Mendola - hanno tagliato le ruote della macchina". Mentre l'auto di un altro dirigente scolastico è stata colpita da un sasso che ne infranto i vetri. Allo Zen un docente si è visto rubare l'auto, recuperata qualche ora dopo. Anche l'istituto comprensivo Falcone, allo Zen, è continuamente oggetto di atti di vandalismo. Il vicepreside della scuola, Marcello Monti, tenta anche di dare una spiegazione: "Allo Zen 2 non ci sono presidi di polizia, farmacie, ambulatori, delegazioni comunali. La scuola è l'unica presenza dello Stato nel quartiere. Si tratta di un modo sbagliato da parte degli abitanti di esprimere il disagio per uno Stato che latita". La richiesta di aiuto non proviene soltanto dai presidi delle scuole a rischio. Hanno condiviso le preoccupazioni dell'Asas anche il presidente dell'Anp (l'Associazione nazionale presidi), Giovanni Pusateri, e il coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Cgil scuola, Leopoldo Ceraulo, e tanti altri capi d'istituto.