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Repubblica-Palermo-Troppe assenze dei prof crollano le ore di lezione

LA RICERCA Per gli studenti il 18,3 per cento in meno di permanenza in aula Troppe assenze dei prof crollano le ore di lezione SALVO INTRAVAIA Centinaia di ore di lezione perdute per ma...

09/02/2006
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la Repubblica

LA RICERCA
Per gli studenti il 18,3 per cento in meno di permanenza in aula
Troppe assenze dei prof crollano le ore di lezione
SALVO INTRAVAIA
Centinaia di ore di lezione perdute per mancanza di prof. Da un paio di anni a questa parte, per i ragazzi delle scuole superiori siciliane, entrare a scuola una o due ore dopo l'inizio delle lezioni o uscire in anticipo è un'abitudine. Secondo l'Asas (l'Associazione delle scuole autonome della Sicilia), a causa delle assenze dei docenti, le ore di lezione effettivamente svolte in un anno scolastico sono molto meno di quelle programmate.

L'associazione che raggruppa 106 scuole siciliane ha condotto un monitoraggio - unico nel suo genere - su oltre 200 classi di 23 scuole con risultati a dir poco sorprendenti. Mediamente, nell'anno scolastico precedente (2004/2005) i ragazzi hanno perso il 18,3 per cento delle ore di lezione e un paio di settimane, rispetto ai 200 giorni minimi preventivati. A titolo di esempio, secondo il monitoraggio, gli alunni di una prima classe del liceo classico perdono in media 169 ore di lezione su 924.
Quella condotta dall'Asas è la prima indagine condotta, nell'Isola, da quando il governo Berlusconi ha varato la norma che impone ai docenti delle scuole superiori di svolgere 18 ore di lezione effettive con la classe. Prima della Finanziaria 2003, i docenti - tra le 18 ore di cattedra - avevano un certo numero di ore "a disposizione" (da una a tre, in genere) per sostituire i colleghi che si assentavano per qualche giorno. Alla media e al superiore, infatti, il supplente può essere nominato per assenze del titolare pari o superiori a 15 giorni. Il primo anno (il 2003/2004) la norma delle 18 ore fu applicata in modo soft, l'anno successivo (il 2004/2005) il ministero dell'Istruzione ha stretto la cinghia formando cattedre quasi esclusivamente di 18 ore settimanali. L'indagine mette anche in evidenza come non tutte le materie vengano penalizzate alo stesso modo: Italiano e Matematica perdono dal 10 al 15 per cento delle ore di lezione, Religione e Educazione fisica anche il 30 per cento. "Si può affermare - dichiara Roberto Tripodi, presidente dell'Asas - che esiste una proporzionalitàdiretta tra la progressiva diminuzione delle ore di lezione svolte nelle scuole e la diminuzione dei livelli di apprendimento negli allievi rivelati dai test Ocse Pisa".
Insomma: alunni siciliani più somari dei coetanei europei perché stanno meno fra i banchi di scuola. Ad aggravare la situazione, secondo l'Asas, sarebbe il maggiore assenteismo dei docenti rispetto a qualche anno. I giorni di assenza sono, infatti, passati dal 8,72 per cento nel 2000/2001 al 12,66 del 2004/2005. Assenze per malattia, ferie e permessi brevi sono rimasti sostanzialmente inalterati, crescono invece sensibilmente le assenze dovute a permessi sindacali, alla legge 104, relativa all'assistenza ai diversamente abili, e ai permessi per motivi di studio. Diritti che, escluso quelli relativi ai permessi sindacali, sono in vigore da anni senza interferire troppo con l'attività didattica delle scuole. Ma come andavano le cose prima del 2003? Quando i docenti erano assenti, i ragazzi restavano a scuola con un supplente che intavolava con loro una chiacchierata (quella che oggi si chiama educazione alla convivenza civile) o svolgere lezioni di recupero. Nella scuola morattiana tutto questo è diventato quasi impossibile: ore a disposizione non ce ne sono più e quelle a pagamento (in base alla disponibilità dei prof) non sono così gettonate come qualcuno immaginava. Così, quando i prof si ammalano, l'unica soluzione è "licenziare" la classe in anticipo. Risultato: ore di lezione perdute.
L'Asas fa notare che i calcoli sono stati effettuati per difetto. Nelle ore di lezione perse non sono state conteggiate quelle in cui la classe sta col bidello o quelle delle assemblee degli studenti, considerate a tutti gli effetti ore di lezione. Commenta Tripodi: "La diminuzione progressiva delle ore di attività didattica effettiva e della preparazione degli allievi sembra una tendenza inarrestabile".