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Repubblica-Palermo-UN REGALO AGLI ISTITUTI PRIVATI

UN REGALO AGLI ISTITUTI PRIVATI MARIO CENTORRINO La legge sull'introduzione di un buono ...

27/09/2002
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la Repubblica

UN REGALO AGLI ISTITUTI PRIVATI
MARIO CENTORRINO


La legge sull'introduzione di un buono scuola, diretto a rimborsare parte delle spese sostenute per iscriversi e frequentare ogni tipo di istituzione formativa pubblica o privata paritaria, approvata dal Parlamento regionale, è criticabile almeno sotto tre profili.
Intanto, non ha senso elaborare una legge fuori da un quadro più complessivo di norme finalizzate ad assicurare il cosiddetto "diritto allo studio". È una legge, poi, pur già promessa nel programma di governo, che impiega fondi distogliendoli da altri impieghi prioritari nello stesso settore
UN REGALO AGLI ISTITUTI PRIVATI


Come quelli relativi ad esempio alla qualità e quantità dell'edilizia scolastica pubblica in Sicilia. Infine, è una legge che viene varata alla cieca, senza cioè che, votandola, se ne conosca l'aspetto fondamentale: le classi di reddito, cioè, ammesse al rimborso. È cosa ben diversa, giusto per un'esemplificazione, assicurare questo rimborso a tutte le famiglie siciliane, ovvero a quelle considerate in stato di indigenza o, ancora, riservarlo solo per quelle il cui reddito non supera la soglia di povertà relativa calcolata secondo le norme Istat. In sostanza, chi ha espresso parere positivo nei confronti della legge lo ha espresso su un foglio di carta bianca, se così può dirsi.
Tre luoghi comuni da sfatare. Intanto l'idea che gli istituti privati paritari sono efficienti per definizione e quella non riconosciuti ignobili diplomifici. Ogni generalizzazione sul tema fa torto a casi di eccellenza (pochi) e a una normalità di standard didattici assolutamente insufficienti comuni alle private paritarie e a quelle non riconosciute.
La legge poi serve non ad assicurare libertà di educazione, diritto che comporta un ben più ampio spettro di "capability" rispetto al buono scuola, ma assai più semplicemente un sussidio che potrebbe risolversi in puro spreco per via delle difficoltà legate all'identificazione del vero reddito cui destinarlo.
Il beneficiario autentico di questo sussidio è il sistema delle scuole private. Parlare delle famiglie come soggetto beneficiario della norma, al di là della forma, è pura ipocrisia.
Il terzo luogo comune è che questa legge in fondo accontenta tutti e quindi vada riconosciuta come buon esempio di un'opposizione costruttiva che mira a dialogare e non a esprimere solo irrazionali critiche contro l'interesse della Sicilia. Tra coloro che si identificano nei valori della sinistra, crediamo che questa legge, a parte l'indeterminatezza del principio fondamentale che intende affermare, accontenti pochi, anzi pochissimi. E non servono "girotondi" per dimostrarlo.
Mario Centorrino