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Repubblica-PAlermo-Vivere con la maestra solo tre ore al giorno

STORIA L'odissea di un allievo tetraplegico dell'elementare Falcone Vivere con la maestra solo tre ore al giorno ...

04/05/2004
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la Repubblica

STORIA
L'odissea di un allievo tetraplegico dell'elementare Falcone
Vivere con la maestra solo tre ore al giorno


Vive su una sedia a rotelle e comunica solo con gli sguardi. Ma da un paio di anni a questa parte per tre ore al giorno è costretto a rimanere in classe senza il suo angelo custode. È uno dei tanti effetti dei tagli agli organici del personale scolastico messi in atto negli ultimi due anni, su mandato del governo Berlusconi, dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti e da quello dell'economia Giulio Tremonti.
"S. è un bambino dolcissimo affetto, sin dalla nascita, da una grave forma di tetraplegia spastica" racconta la zia, Angela Lombardo, che spesso lo accompagna e lo va a prendere a scuola. "Non ha potuto frequentare la materna a causa delle precarie condizioni di salute e quando lo abbiamo iscritto alla scuola elementare - continua - è stato subito affiancato da un'insegnante di sostegno che lo seguiva per quasi tutto l'orario scolastico giornaliero". Il provveditorato agli studi, adesso Centro servizi amministrativi, vista la gravità della patologia, in prima elementare gli aveva assegnato una maestra con il compito di occuparsi esclusivamente di lui. Carmela, insegnante specializzata, in collaborazione con le altre maestre del modulo lo seguiva per 22 ore alla settimana.
Poi sono arrivate le misure di "razionalizzazione" del personale della scuola e, a causa della continua crescita del numero dei disabili, S. ha dovuto rinunciare a una bella fetta (un terzo dell'orario) del sostegno. Oggi, malgrado la certificazione medica sia rimasta invariata, la maestra specializzata può stare con lui soltanto per 15 ore a settimana: in pratica solo tre ore al giorno. "All'inizio ci siamo ribellati per questa riduzione del sostegno che non riuscivamo a comprendere - dice la zia - e abbiamo chiesto chiarimenti alla scuola, dove ci hanno spiegato che le ore vengono assegnate dal provveditorato. Poi abbiamo dovuto accettare la realtà". S., dopo avere affrontato tante difficoltà e qualche battuta d'arresto, ha 13 anni e adesso frequenta la quinta all'istituto comprensivo Giovanni Falcone allo Zen. È un ragazzino molto sensibile "che sobbalza a ogni piccolo rumore. Per questo avrebbe bisogno della presenza continua della maestra di sostegno che ormai lo conosce alla perfezione", spiega zia Angela. "È un caso molto delicato - dice Carmela Manno, la docente di sostegno che lo segue sin dalla prima - S. stabilisce rapporti con pochissime persone e quando rimane da "solo", anche se in presenza delle altre maestre che hanno l'oneroso compito di gestire il resto della classe, subisce un abbandono psicologico. Non parla e comunichiamo attraverso lo sguardo e flebili suoni". È il risultato di un lavoro durato anni. Ma da settembre quest'alunno della Falcone si ritrova con maestre nuove, che stanno imparando a conoscerlo. Qualche giorno fa, senza un apparente motivo, è passato da uno stato di assoluta tranquillità all'estrema agitazione. "Era terrorizzato - racconta l'insegnante di sostegno - perché aveva visto dei ragazzini dietro i vetri delle finestre. Le insegnanti curriculari non riuscivano a calmarlo perché non comprendevano i motivi di questa agitazione. Io ero in un'altra classe, mi hanno chiamato e siamo riusciti a calmarlo portandolo fuori dall'aula". Ma in questi anni di tagli e sacrifici per il sostegno, S. non ha dovuto subire soltanto la riduzione delle ore di assistenza: oggi è costretto a condividere la classe, composta per fortuna solo di venti bambini, con altri due portatori di handicap.
s. i.