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Repubblica/Roma: Casilino, la prima notte anti-Gelmini maestre e genitori dormono in classe

nella scuola elementare Iqbal Masih

17/09/2008
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la Repubblica

BENEDETTA PINTUS

«Aprite il cancello così entro, appoggio i sacchi a pelo e poi vado a cercare parcheggio», grida una mamma dall´ingresso della scuola. Una bidella si avvicina al citofono mentre Patrizia, maestra d´italiano, suggerisce a un collega: «Lascia accese le luci del corridoio e del bagno, altrimenti i bambini si potrebbero perdere. Spegni solo quelle delle aule». Intanto dalla palestra arrivano rumori di salti sul parquet e di palle che rimbalzano, grida di bambini. «Chi vuole ascoltare una fiaba?», chiede una maestra. Un gruppetto di alunni corre a riunirsi in cerchio intorno a lei, pronto ad ascoltare la favola della buonanotte. Sono le nove di sera di lunedì e, come testimonia il video sul sito di Repubblica Roma, nella scuola elementare Iqbal Masih la prima giornata di ritorno sui banchi non si è ancora conclusa. Iniziata alle 8.30 al suono della campanella, è proseguita per tutto il pomeriggio con la protesta contro la riforma voluta dalla ministra della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. Il circolo didattico del Casilino è il più agguerrito della capitale: insegnanti e dirigente scolastico hanno indetto una settimana di occupazione per dire no al maestro unico.
La prima notte di assedio le voci di una quindicina di bambini felici e rumorosi rimbalza da un muro all´altro della palestra. Maestre e genitori non li perdono d´occhio, mentre organizzano le giornate successive. «Io posso rimanere a dormire domani, ora devo scappare», si scusa un papà. Nel frattempo, sotto la pioggia, qualche mamma si dà il cambio attraversando il cortile con buste cariche di sacchi a pelo, coperte, cuscini e provviste di cibo. «Domani di fronte a Montecitorio ci saranno almeno 80 scuole, la protesta sta crescendo», dice soddisfatta una maestra.
Se non fosse per le grida dei bimbi che giocano e corrono in palestra l´atmosfera non sarebbe troppo diversa da quella di qualsiasi occupazione di studenti del liceo. Mentre i piccoli alunni giocano, gli adulti bivaccano tra i tavoli della mensa. Pane e formaggio, un po´ di vino rosso, chiacchiere e risate. I padri si siedono sui banchi, le madri si abbracciano, qualcuno esce fuori per fumare una sigaretta in compagnia e fare una telefonata dal cellulare. Quasi tutti indossano le magliette verdi e bianche con lo slogan della protesta: «Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini». C´è anche una giovanissima mamma che allatta la sua pupa osservando sorridente i bambini più grandi.
La fiaba è quasi finita. Dopo il "vissero felici e contenti", le maestre iniziano a gonfiare i materassini e stendere le coperte sul parquet. I bambini sono elettrici e gli adulti fanno fatica a farli stare buoni. Le lamentele ai rimproveri, però, non durano troppo: la giornata è stata lunga e la fatica si fa sentire. Tra un broncio e una lacrima infine si arrendono e si sistemano stanchi sui tappetini. Bidelle e maestre rimangono sveglie ancora per un po´ a organizzare le tabelle dei turni e il programma per i giorni successivi. I genitori sgomberano i tavoli, puliscono il pavimento e spengono le luci. Anche loro per terra, accanto ai piccoli. È ora di dormire: l´occupazione è appena cominciata.

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