Repubblica/roma: La scuola senza bidelli al via i tagli nel personale
I sindacati calcolano che 1.294 persone perderanno il posto quest´estate
Sono gli effetti della legge 133 quella che portò in piazza l´Onda La Cgil definisce "drammatica" la situazione
Scuole meno protette. Tempo pieno a rischio. Esercitazioni ridotte. Controllo dei bulli più difficoltoso. Alla riapertura dei cancelli, dopo la pausa estiva, ragazzi e famiglie rischieranno di trovare una situazione complicata. Perché gli organici del personale tecnico e amministrativo sconteranno il primo consistente taglio previsto dalla legge 133, quella che otto mesi fa portò l´Onda studentesca in piazza. Secondo i conti effettuati dai sindacati di categoria, 1.294 persone perderanno il posto. Saranno i bidelli, i segretari, i tecnici che fino ad oggi hanno garantito la sicurezza degli edifici, consentito le sessioni di laboratorio, facilitato le pratiche burocratiche nelle scuole di Roma e del Lazio.
Fra tutti, a patire di più saranno gli istituti della capitale, visto che in città si concentra il 70% delle quasi 1.000 scuole della regione. Una situazione definita «drammatica» da Mimmo Rossi, segretario generale Flc-Cgil Roma e Lazio, perché «mette a repentaglio il funzionamento degli istituti e compromette la loro vigilanza». Secondo le previsioni del sindacato, «alcune scuole, specie se a tempo pieno, non saranno in grado di garantire l´apertura e la chiusura». Con un aggravio soprattutto «per quelle di periferia e le loro succursali». Dal primo settembre dunque il sistema scolastico regionale dovrà fare i conti con una nuova emergenza. «Un altro taglio di occupazione da sommare a quelli degli anni passati», aggiunge Rossi. Se per buona parte del personale Ata si apre la prospettiva del pensionamento, 700 tra loro rimarranno senza lavoro né protezioni, perché precari con contratti in scadenza. L´assottigliamento di questo personale procederà anche nei prossimi anni, così come prevede la legge, parallelamente al taglio di 142mila insegnanti in tre anni. «Ma le classi sono sempre le stesse, anzi il numero degli studenti è leggermente aumentato», conclude Rossi. Un dato in coincidenza con l´incremento della natalità ma soprattutto della popolazione compresi gli stranieri nella nostra regione, che rende ancora più imperdonabile il depauperamento scolastico.
(v.con.)