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Repubblica/roma: Quegli studenti travolti e persi nella passione della Destra

Marco Lodoli

22/02/2008
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la Repubblica

«Mai più antifascismo!» sta scritto sui manifesti neri appesi da Lotta Studentesca sui muri della nostra città, ed è una chiara rivendicazione delle proprie origini e di una volontà politica che fa tremare le vene ai polsi. Sono i ragazzi dell´estrema destra organizzati da Forza Nuova e Fiamma Tricolore, che raccolgono sempre più consensi nelle scuole, soprattutto in quelle della periferia, e che piazzano i loro rappresentanti negli organi direttivi dei vari istituti. Dopo che per tre decenni almeno la sinistra, in tutte le sue forme ha conquistato le simpatie degli studenti, ora la tendenza sembra un´altra, addirittura opposta.
Già da tempo avevo notato che era raro incontrare un ragazzo «di sinistra»: e se c´era, era un solitario, un´anima bella che faticava a raccordarsi con gli altri, con il nostro tempo, con un´idea di impegno. I pochi studenti di sinistra sono attratti per lo più dall´arcipelago dei centri sociali, dove si sta insieme per godersi il meglio della vita e per rifiutare la guerra, ma difficilmente ci si organizza per mettere in piedi una lista per le elezioni scolastiche.
Quella è una faccenda noiosa, grigia, senza squilli, e viene intesa come tempo sprecato. In fondo lo studente di sinistra è un edonista di qualità, uno che vuole ascoltare buona musica, bersi le sue birrette, criticare l´imperialismo americano. Non ha voglia di perdere TEMPO Nei consigli di istituto. Gli studenti di destra invece, sbandierano parole infiammate come «comunità», «rivoluzione», «identità», che già da parecchio hanno iniziato a fare proseliti e creare strutture. E così le scuole s´affollano di ragazzetti pronti a penetrare nei meccanismi democratici dei loro istituti. La base emotiva di tutto ciò sta nel rifiuto degli extracomunitari, visti come invasori, ladri di lavoro, inquinatori dello spirito e della carne nazionale. Insomma: nelle scuole la sinistra è allo sbando e cresce ogni giorno la falange dei giovani fascisti, che non sanno nulla di cosa è stato il ventennio, delle leggi razziali, ma che si sentono forti e uniti in un mondo sempre più debole e sparpagliato.