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Repubblica/Torino: Dopo la Moratti nulla è cambiato

Cinquecento persone con cartelli e striscioni in piazza Castello: i sindacati confederali confermano lo sciopero del 4

19/05/2007
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la Repubblica

Docenti e genitori: nella scuola continua la politica dei tagli

Un prof si lamenta: "Sono di sinistra ma questo governo mi ha soltanto deluso"
I segretari hanno incontrato l´assessore Pentenero e il direttore regionale De Sanctis

FEDERICA CRAVERO

Storie di genitori e storie di insegnanti si sono unite ieri pomeriggio in piazza Castello per la manifestazione indetta dai sindacati confederali della scuola. Una manifestazione che aveva un unico filo conduttore: i governi cambiano, i ministri si succedono, ma le politiche relative alla scuola sostanzialmente non cambiano. Così circa quattrocento persone si sono radunate per chiedere che vengano aperte le immissioni in ruolo per gli insegnanti, che le classi tornino ad avere al massimo 25 allievi o 20 se ci sono dei disabili, che venga rinnovato il contratto scaduto da tempo, che si trovino i soldi per pagare i supplenti, acquistare il materiale didattico, istituire nuove classi a tempo pieno. Al termine della manifestazione i segretari regionali Alberto Artioli della Flc Cgil, Enzo Pappalettera della Cisl scuola e Diego Meli della Uil scuola sono stati ricevuti dall´assessore regionale all´Istruzione Giovanna Pentenero e dal direttore dell´ufficio scolastico regionale Francesco De Santis e hanno presentato le loro richieste, esprimendo rabbia e malessere per una situazione che sfocerà il 4 giugno nello sciopero della scuola. Tre i punti di cui i due amministratori dovranno farsi portavoce a Roma: forti esigenze di organico per mantenere adeguati livelli di insegnamento, ripianamento dei debiti e sollecitazione dei decreti di immissione in ruolo. Se queste domande non otterranno adeguata risposta «il regolare inizio del prossimo anno scolastico potrebbe essere compromesso», hanno sostenuto i rappresentanti dei sindacati.
«Mi spiace dirlo perché sono di sinistra, ma questo governo mi ha deluso – afferma Stefano Mattone, da 10 anni insegnante precario – Non c´è stata discontinuità con il passato, ancora tagli, soprattutto agli istituti professionali e agli insegnanti di sostegno, ancora accorpamenti tra le classi che aumentano il numero di allievi e riducono l´organico». Il problema del precariato è uno dei più sentiti. Chiara Arduino insegna Geografia a Carmagnola: «Ma avevo accettato di andare a Oulx perché davano il doppio punteggio a chi accettava lavori nelle scuole di montagna. Poi un ricorso ha dichiarato incostituzionale la legge e quella facilitazione mi è stata tolta».
E poi ci sono i genitori, che lamentano programmi inadeguati dopo i pasticci delle riforme e controriforme: «Nello stesso comune, ma addirittura nella stessa scuola ci sono classi che adottano programmi e sistemi di valutazione diversi», contesta Guido Montanari, che fa parte del Movimento dei 500, che già si batté contro la riforma Berlinguer.
Poche centinaia di metri più in là, in piazza Palazzo di città, una cinquantina di persone ha invece dato vita alla manifestazione dei Cub. Con forbici di gommapiuma in testa contro i tagli della finanziaria e margherite giganti hanno cercato di occupare la vicina sede della Margherita, partito del ministro Fioroni. «Gli impiegati hanno tirato giù le saracinesche, ma per noi è stata un´occupazione simbolica. E siamo andati a volantinare in via Garibaldi», ha concluso Cosimo Scarinzi, segretario provinciale dei Cub.