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Repubblica/Torino: Editori contro la Gelmini "Mille posti a rischio"

Grottesco, pretendere di resettare ogni cinque anni i testi di scuola

25/09/2008
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la Repubblica

TIZIANA CATENAZZO

GLI editori piemontesi bocciano la Gelmini. L´articolo 5 del decreto legge 137 che limita le adozioni dei libri di testo, da parte delle scuole, per cinque anni, ha suscitato un coro di proteste: per il Piemonte soprattutto, con autori e case editrici tanto attive nel settore dell´editoria scolastica (Sei, Lattes, Il Capitello, Loescher, Petrini, Paravia?) è un duro colpo: «Significherà decadimento culturale e perdita di posti di lavoro, che avrà forti ripercussioni sulla città che ospita la Fiera del Libro - denuncia Paolo Tartaglino, direttore editoriale Lattes - oltre allo sdegno provato a causa di provvedimenti assunti senza il minimo confronto con chi di libri scolastici si occupa da generazioni». Posti di lavoro a rischio? In Piemonte oltre mille posti: bisogna infatti pensare alle diverse figure professionali impiegate nell´intera filiera, dagli autori a quanti svolgono attività di propaganda, o seguono i servizi editoriali, grafici e di stampa.
«Grottesco, pretendere di resettare ogni cinque anni i testi di scuola - spiega Ulisse Jacomuzzi, amministratore delegato della Sei - visto lo sviluppo delle conoscenze e le continue necessità di aggiornamento, oltre al compito di recepire le riforme ministeriali che costringono all´intera revisione dei piani didattici, rendendo impossibile ricorrere a brevi supplementi». Il libro scolastico è uno strumento molto complesso. Non si può guardare solo al prezzo di copertina: «Perché il libro scolastico - aggiunge Jacomuzzi - non è solo uno strumento informativo ma ?formativo´, facendosi carico della socializzazione dei ragazzi, ad esempio attraverso la proposta di esercizi e laboratori comuni: il libro aiuta lo studente-lettore a costruirsi un proprio personale bagaglio di conoscenze e di strumenti di pensiero, elaborando il proprio vissuto personale».
Ma cosa fare, allora, per contenere i prezzi? Innanzi tutto, partire da informazioni corrette: "Se l´aumento reale è stato dell´1,6%, i media hanno denunciato un 30% se non addirittura il 40% - lamentano gli editori - Ma si potrebbe anche contrastare seriamente il mercato nero, del libro usato. E ancora, fra le possibili strategie, offrire la possibilità alle famiglie di detrarre, con la dichiarazione dei redditi, le spese sostenute per l´acquisto dei libri scolastici".