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Repubblica-Torino-I Pinocchi scendono in piazza

Duemila insegnanti e genitori manifestano in difesa del tempo pieno e contro la riforma I Pinocchi scendono in piazza "Oggi bambini, domani burattini: no alla scuola della Moratti" ...

27/09/2003
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la Repubblica

Duemila insegnanti e genitori manifestano in difesa del tempo pieno e contro la riforma
I Pinocchi scendono in piazza
"Oggi bambini, domani burattini: no alla scuola della Moratti"
Tra la folla anche venti scolari dell'elementare Tommaseo coi cappelli a punta dai dieci colori
Mamme, papà, politici e sindacalisti. Alla fine tutti in corteo sotto la Rai "filogovernativa"
"Così si smantella l'istruzione pubblica e si torna indietro di decine di anni perdendo diritti e un grande patrimonio"
MARCO TRABUCCO


Tutti li hanno applauditi quando sono arrivati, poco dopo le 17, in piazza Castello, dietro lo striscione portato da due mamme: loro, venti bambini della elementare Tommaseo, si divertivano da pazzi con i capelli a punta da Pinocchio di dieci colori in testa, e urlando a squarciagola "La Moratti la vogliamo? No, no, no". Erano partiti mezz'ora prima dalla scuola, scortati da mamme e maestre, ma anche dalla polizia, per il primo corteo della loro vita. Peccato che portassero il cartello "Oggi bambini, domani burattini" girato al contrario. Ma li si può scusare, erano bimbi di prima elementare e, in pochi giorni di scuola, non hanno ancora potuto imparare a leggere. "È il primo caso di pedofilia sindacale" ha ironizzato qualcuno tra gli oltre duemila insegnanti e genitori che si erano nel frattempo riuniti davanti alla Prefettura per la "giornata nazionale in difesa del tempo pieno".
C'era tutta la sinistra, di lotta e di governo, dalla Margherita ai Ds a Rifondazione, Cgil, Cisl e Uil e sindacati di base (Cub e Cobas) e Acli, più il coordinamento genitori. E tanti papà e mamme, con e senza figli, tutti preoccupati per le sorti della scuola italiana. Sì, perché se la tutela del tempo pieno era la prima ragione della protesta, è stato anche il pretesto per una contestazione globale della riforma Moratti. "Siamo in piazza come genitori - spiega Cristina Prandi, madre di Giulia e Clelia, scolare della Tommaseo - perché siamo assolutamente contrari a questa riforma. Ci fa tornare indietro di decine di anni e provoca la perdita di un patrimonio culturale ricco e di grandi esperienze. Questa è una riforma che vuole nella sostanza smantellare la scuola pubblica che invece è un diritto di tutti i cittadini, sancito dalla Costituzione".
Già: "Per difendere la scuola, rottamiamo i rottamatori" sta scritto su un altro striscione, e per tutti i manifestanti i rottamatori della scuola sono loro, la Moratti e il governo Berlusconi. E non a caso il simbolo della protesta è Pinocchio, il burattino diventato bambino: "Solo che in questo caso - spiegano gli organizzatori - il governo sta cercando di fare il miracolo al contrario. E vogliono trasformare migliaia di bambini in altrettante teste di legno". In piazza, preoccupata, c'è anche l'assessora al sistema educativo del Comune di Torino, Paola Pozzi: "Sono qui perché proprio dall'altra parte della piazza è in corso la festa in cui mostriamo ai cittadini che cosa fa il Comune per i bambini e per le scuole. Ma sono preoccupata, perché questa riforma, privando la scuola pubblica di risorse, del tempo pieno, riducendo gli insegnanti e il loro orario, tenta di scaricare sugli enti locali ulteriori responsabilità e oneri. Torino e altri comuni fanno già molto, ma non hanno la forza e soprattutto non devono e non possono sostituirsi alla scuola". Un concetto che ripete anche Gavino Olmeo, consigliere comunale della Margherita: "Non riusciamo nemmeno a trovare le risorse per soddisfare le esigenze di chi vuole mandare il bambino all'asilo nido. Ce ne sono 1500 in lista di attesa. Come possiamo affrontare ulteriori oneri?".
Alle 18 improvvisamente la piazza si scalda: quelli della Cub stanno organizzando un corteo e tutti si mettono in fila verso via Po e via Verdi, dove c'è la sede Rai. È l'obiettivo dell'ultima protesta, la Rai: troppi spot pro Moratti e troppo poco spazio a chi la contesta, dicono i manifestanti. Poi la manifestazione si scioglie.