Repubblica/Torino: I sindacati tutti in piazza contro il piano Gelmini
Oggi la protesta unitaria della scuola piemontese
L´allarme della Cisl: "L´istituzione nella nostra regione rischia di essere sventrata"
MILENA VERCELLINO
Il mondo della scuola scende oggi in piazza a Torino a ranghi compatti per contrastare i colpi di scure annunciati dalla riforma Gelmini. Sotto la Mole come nel resto d´Italia, sindacati, insegnanti, genitori e studenti sono da giorni in fermento contro quella che nelle intenzioni del governo è una cura ricostituente a base di tagli e sfrondamenti netti: reintroduzione del maestro unico, diminuzione delle ore di lezione, aumento degli studenti per classe, riduzione delle sedi scolastiche e degli organici dei docenti, blocco delle assunzioni dei precari.
Ma in Piemonte, unica regione in Italia, la mobilitazione è risuscita a ricucire le divisioni fra sigle sindacali: il corteo di oggi, che si snoderà a partire dalle 15.30 da piazza Castello fino alla Rai, sfilerà infatti sotto le insegne di Cgil, Cisl, Uil, Snal, Gilda. Nella nostra regione, spiegano i sindacati, traballano le cattedre di circa 2100 insegnanti, e sono più di 100 le sedi scolastiche che dovrebbero chiudere i battenti con l´applicazione del decreto Gelmini. Così, mentre il fronte della protesta cerca di ricompattarsi e si attende l´annuncio dello sciopero generale nazionale, che sarà probabilmente indetto per fine ottobre, via Po attende oggi il passaggio di centinaia di insegnanti, genitori e studenti armati di striscioni e cartelli.
Una folla che, dal tam tam circolato ieri, dovrebbe essere da grandi numeri. Tanto che la fine del percorso e il palco degli interventi, dove impugneranno il microfono i sindacalisti, i rappresentanti dei genitori e l´assessore regionale all´Istruzione Gianna Pentenero, potrebbero venire spostati dall´angusto spazio di via Verdi in piazza Castello. «Ci aspettiamo un´altissima partecipazione. E´ una soddisfazione essere in piazza tutti insieme. La manifestazione unitaria è il risultato dell´analisi della gravità del problema», dice Enzo Pappalettera della Cisl scuola. «Con la "riforma" Gelmini non stiamo parlando di eliminazione di sprechi. Si sta spolpando il sistema scolastico sulla base di un´idea sbagliata di federalismo. Nell´anno scolastico 2008-2009 gli alunni delle scuole primarie e secondarie piemontesi sono aumentati di circa cinquemila unità, e sono stati attivati 130 posti in più per gli insegnanti. Già così siamo al limite: se l´anno prossimo avessimo, secondo le stime, oltre 2mila insegnanti in meno, non sapremmo più come far funzionare la baracca. La scuola piemontese sarebbe sventrata», spiega Pappalettera. «Speriamo sia una grande giornata di democrazia in cui le scuole e la società civile cercheranno di esprimere in maniera tranquilla e gioiosa il proprio dissenso verso la manovra economica del Governo, per dire che nella scuola bisogna investire», dice Diego Meli della Uil scuola.
Al corteo hanno deciso di aderire anche i sindacati di base, per i quali però il giorno clou delle agitazioni è il 17 ottobre: «Riteniamo che sia un momento importante, date le tensioni nel mondo della scuola. Anche se il momento più importante per noi sarà quello dello sciopero generale dei sindacati di base, il 17 ottobre. Stiamo facendo assemblee in tutte le scuole per organizzare forme di lotta che incarnino l´unione tra insegnanti e genitori. Potremmo anche arrivare ad occupare gli istituti», spiega Cosimo Scarinzi della Cub.
Ma non ci saranno soltanto insegnanti e famiglie in piazza. Annunciata anche la presenza di esponenti politici del centrosinistra, a cominciare dai consiglieri di «Sinistra democratica» che hanno invitato i militanti a portare le bandiere.