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Repubblica-Torino-Insegnante di sostegno cercasi disperatamente

S'aggrava la cronica carenza d'organico: ne mancano 150. Ridotte le patologie per usufruirne Insegnante di sostegno cercasi disperatamente E per entrare nella materna quest'an...

09/09/2004
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la Repubblica

S'aggrava la cronica carenza d'organico: ne mancano 150. Ridotte le patologie per usufruirne
Insegnante di sostegno cercasi disperatamente
E per entrare nella materna quest'anno c'è una lista d'attesa di tremila bambini
La Cgil: "Spesso per ottenere un aiuto si finisce col chiederlo per casi non gravi"
TIZIANA CATENAZZO


È l'anno uno della riforma Moratti questo, per la scuola. E così ai tanti problemi che, ogni anno, accompagnano l'inizio delle lezioni si aggiungono, questa volta, quelli legati a una riforma molto contestata e che, come ogni novità, introduce elementi di inquietudine.
Due difficoltà classiche, a Torino e in Piemonte, sono le liste d'attesa per le scuole materne e la carenza degli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili. Problemi che si ripresentano aggravati anche quest'anno. Solo a Torino e provincia sono in lista di attesa per entrare nelle scuole materne almeno 3000 bambini. In molti comuni della cintura accade che la scuola, l'edificio, ci sia, ma manchino gli insegnanti. "Abbiamo chiesto da tempo a Roma di poter istituire nuove sezioni", spiega Paolo Iennaco, vicedirettore regionale dell'istruzione. Quest'anno ad aggravare la situazione c'è poi la riforma che prevede la possibilità di iscrivere i bambini alla scuola dell'infanzia a due anni e mezzo (e non a tre come accadeva fino ad ora). Possibilità virtuale in realtà: non ci sono gli insegnanti. Ed a Roma è in corso una trattativa con i sindacati per definire nuove figure professionali in grado di incrementare l'organico. Nel frattempo però le scuole, pur avendo accettato le preiscrizioni, non possono accogliere i bambini (salvo i casi di sperimentazioni).
Quanto agli insegnanti di sostegno, le carenze di organico che da sempre perseguitano il Piemonte quest'anno si sono aggravate: ai tagli agli organici degli insegnanti, decisi dal governo, si è sommato l'aumento degli studenti disabili che sono 470 in più solo in provincia di Torino. Sarebbero necessari 150 insegnanti in più. "Il rapporto medio docente-allievo in questo settore era di 1 a 2,17. Adesso è sceso a 1-2. E peggiorerà ancora. In più le situazioni di handicap grave necessiterebbero di un insegnante per studente", spiega Enzo Pappalettera della Cisl Scuola. "Una delle conseguenze più allarmanti del taglio del personale nella scuola - dice Roberto Imperiale, preside della media Drovetti - è proprio la riduzione degli insegnanti di sostegno che incide pesantemente sul lavoro scolastico quotidiano. In più sono state ridotte le patologie grazie alle quali è possibile per le scuole "ottenere" il sostegno. Ed è normale inserire più bambini portatori di handicap (anche 3-4) nelle classi comuni (con 25 e più ragazzi). Così la medicalizzazione del disagio, e cioè la richiesta di avere un aiuto anche per casi non gravi, che ci trova contrari, diventa spesso l'unico modo che consente di poter ottenere altre risorse". Come si fa a seguire un bambino disabile, ad esempio, quando un insegnante ha solo sei ore la settimana (o meno) per farlo?
Resta poi la questione del tutor, "l'insegnante più insegnante degli altri" che la riforma Moratti introduce nelle elementari. Cgil, Cisl e Uil sono duramente contrari, perché, al di là delle considerazioni pedagogiche, sono contro la gerarchizzazione ("tutti i docenti dovrebbero essere tutor" dice Diego Meli della Uil) e sostengono che, comunque, prima di introdurre nuove figure professionali sia necessaria una trattativa sindacale. Così in quasi tutte le scuole del Piemonte si è dato il via a una "ribellione": i collegi docenti si sono in genere rifiutati di nominare i tutor. Parzialmente favorevole invece è lo Snals: "Non bisogna mettere in atto una persecuzione nei confronti di chi introduce il tutor" spiega Franco Coviello segretario torinese del sindacato autonomo. E così proprio lo Snals, da solo, ha chiesto un incontro con la direzione regionale per l'avvio dei corsi di formazione per i tutor.