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Repubblica-Torino-La protesta dell'università In duemila sfilano in centro

Alta adesione allo sciopero nazionale contro il disegno delega del ministro La protesta dell'università In duemila sfilano in centro I docenti solidali, bloccate le lezioni ...

03/03/2005
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la Repubblica

Alta adesione allo sciopero nazionale contro il disegno delega del ministro
La protesta dell'università In duemila sfilano in centro
I docenti solidali, bloccate le lezioni
Palazzo Nuovo occupato fino a domani Pelizzetti: ho detto no al piano Moratti
TIZIANA CATENAZZO


Duemila in strada, la quasi totalità delle lezioni e degli esami sospesi, e l'occupazione di Palazzo Nuovo che durerà, così ci si augura, fino almeno a domani. L'adesione torinese allo sciopero nazionale contro il disegno di legge delega Moratti è stata altissima. Tra i cattedratici, molti nomi noti, fra cui Patrizia Del Piano, Luciana Allegra, Alberto Conte, Emma Marra, Dora Marucco, Francesca Geymonat, Cesare Pisani, Adamo, Luigi Cattel, Giovanni Carpinelli e Donato Firrao (che ha intitolato la giornata al "limbo assistenziale assicurato"), Guido Montanari e Franco Algostino del Politecnico. E poi, schiere di ricercatori - da mesi riuniti nei vari coordinamenti contro il Ddl ? e di studenti. Striscioni e cartelloni luttuosi (da ?ricercatore specie in estinzione' a ?sono un ricercatore esaurito'?) fino alle parrucche: "Perché ne abbiamo fin sopra i capelli ? ha spiegato Alessandro Bertetto del coordinamento dei precari - di una situazione che non dà speranze. Facciamo ricerca all'estero e per mantenerci accettiamo ogni genere di lavoro, nel frattempo elemosiniamo borse di studio e assegni di ricerca. Fino e oltre i 40 anni: è una missione, più che una professione. E poi convegni, pubblicazioni? ma per cosa? La situazione è ancor più grave nelle facoltà umanistiche, con un assegno o una borsa ogni due anni circa?".
E Alberto Conte, presidente dell'Unione Matematica italiana e rappresentante del Consiglio universitario nazionale: "Inaccettabile, il trucco di far discutere per mesi e mesi in Commissione Cultura un testo che poi in aula il ministro dichiara superato. E ora, l'attesa del suo maxiemendamento? La scelta di scendere a manifestare non discorda dalle mie posizioni ?istituzionali', all'interno del Cun, dove del resto le parti non sono concordi: alcuni si sono espressi in maniera dura, altri più morbida? Ma questa riforma ha comportato strane configurazioni, e confini molli, di adesione e di protesta? C'è molta ambiguità in giro e un gioco sottile di mosse e contromosse politiche".
Il momento forse più significativo della giornata, in rettorato: una delegazione di precari ?imparruccati' è stata ricevuta dal rettore Pelizzetti che ha interrotto una riunione di programmazione del personale (appunto): "Una strategia a lungo termine? Sarebbe l'attuazione puntuale del dettato costituzionale, con la piena e vera autonomia degli atenei ? ha detto ai ricercatori che avevano anche chiesto le sue dimissioni, come segno forte e chiaro di protesta al Ddl ? Garantita da un'assegnazione pluriennale di fondi che ci consenta di programmare liberamente. Qualunque altro sistema di regolamentazione ?esterno', dettato dall'alto - che valga in maniera utile per tutti i 77 atenei italiani ? né ha senso né funzionerà mai". E dopo aver ricordato l'anomalia dell'Università italiana (?ci avvaliamo dell'1% di docenti stranieri con il 95% degli incarichi a docenti ?allevati in casa') il rettore ha aggiunto: "Ho già dichiarato la mia lontananza dalla Crui, sul disegno di riforma, e non credo che altri rettori si siano così dichiaratamente schierati a favore della ricerca e dei giovani. Entro il 15 aprile speriamo di poter bandire numerosi altri posti da ricercatori, oltre a quei 190 già banditi dal 2002 ad oggi".