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Repubblica/Torino: Lezioni di recupero, il rebus professori

Più di 35mila studenti dovranno rimediare ad almeno un´insufficienza entro settembre

25/05/2008
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la Repubblica

Oltre 35 mila studenti in Piemonte, tra luglio e settembre, saranno chiamati a recuperare i debiti in una o più materie. Trentacinquemila famiglie, cioè, adegueranno le vacanze al calendario di ripasso e di verifica organizzato dalle scuole. A meno che non preferiscano fare seguire ai figli impreparati ripetizioni private, o fidarsi che qualcosa si riesca a imparare e memorizzare sotto l´ombrellone. Sotto la Mole, neodiplomati e studenti universitari saranno assunti in massa dai presidi: «Le nostre segreterie archiviano ogni giorno decine di domande di insegnamento, che rispondono alla crescente preoccupazione dei dirigenti scolastici di dover reperire, nel giro di pochissimi giorni, i professori per le lezioni estive» dichiarano le amministrazioni. «Fra una settimana o dieci giorni al massimo, sapremo esattamente chi sarà impegnato con la maturità - spiega Tommaso De Luca, preside del Plana - ma è poco credibile che i professori, dopo la maturità al mattino fino almeno all´una e alle due del pomeriggio, abbiano ancora la voglia e la forza di tornare nella loro scuola prima di sera, per le lezioni di recupero ai propri studenti. Qualche corso di recupero, inoltre, dovrà pur essere organizzata al mattino».
Ciò che si teme fortemente è la carenza di insegnanti per le materie chiave, che sono poi quelle che registrano le insufficienze più gravi. L´accusa più seria: il governo non ha chiesto alle scuole nessun parere; nessuna seria riflessione è stata fatta sull´utilità e i risultati dei corsi di recupero. Dagli anni passati, una certezza: la metà degli studenti piemontesi ha avuto in pagella almeno un´insufficienza, e il 42% è stato ammesso alla classe superiore con un debito da saldare (questo fino all´anno scorso); solo uno studente su 4 riesce effettivamente a recuperare. «Molti ex iscritti stanno facendo domanda di insegnamento, per l´estate, partendo da quelle scuole che hanno frequentato - commenta Maria Versace, docente di lettere al Boselli - perché si augurano di venire preferiti. Speriamo non ci siano irregolarità. Io rimango dell´idea che i corsi di recupero, così come sono stati concepiti e organizzati quest´anno, siano perfettamente inutili, sia agli alunni che ai professori».
Troppo ottimista, pensare che lo studente recuperi in 15 ore di lezione un programma per il quale è risultato insufficiente, alla fine dell´anno, con 180 ore di lezione. Maria Rosa Quaglia, prof di lettere: «Un´inutile perdita di denaro - sentenzia - meglio allora un serio lavoro estivo da verificare a settembre, com´era un tempo». Anna Gaino, docente di diritto ed economia: «Molti dubbi sono emersi anche sulle modalità di verifica: alcune scuole fanno eseguire un´unica prova a settembre, o a fine agosto; altri ne somministrano due: una alla fine del corso di recupero a giugno, una seconda a settembre. Per alcuni la prima, se superata positivamente, fa conseguire la promozione, per altri istituti, la seconda prova va comunque fatta, per accertare che durante il mese di agosto lo studente abbia studiato e assimilato conoscenze e abilità». Insomma, anche su quest´ultimo punto, è il caos. Fra le penalità, la riduzione delle ferie per i prof. «Beh, ovviamente quelle di luglio, non vengono più richieste - conclude De Luca - Se finora in molti andavano in vacanza a luglio, preferendole ad agosto o magari per necessità famigliari o personali, ora le possibilità di vacanza si limitano ad agosto, e per molti si tratterà di anticipare il rientro». La preside del Santorre di Santarosa: «Siamo talmente carichi di lavoro e di mansioni, organizzative, che è pacifico ormai per molti continuare a venire a scuola fino a metà luglio e riprendere a fine agosto. Pochissimi gli esclusi, forse i supplenti - ha aggiunto Giovanna Farina, preside del Santorre di Santarosa - del resto i docenti di ruolo hanno impegni fissi, in commissioni e gruppi di lavoro dai ritmi serrati».
(t. cat.)