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Repubblica/Torino: Maestro unico, ma non solo insegnanti verso lo sciopero

Assemblea dei rappresentanti di un centinaio di istituti: "Dobbiamo farci sentire subito"

17/09/2008
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la Repubblica

STEFANO PAROLA

La prima a scatenare un applauso fragoroso da parte di tutta la platea è Annamaria Barbero, docente e rappresentante sindacale della scuola media Cena: «Il primo giorno non bisognava neanche aprirle le scuole». Per la seconda raffica bisogna aspettare pochi minuti, quando Anna Palermo, maestra elementare dal ?73, dice: «È l´ora che i sindacati si muovano e che organizzino uno sciopero».

Un´aula di palazzo Aldo Moro, a due passi da Palazzo Nuovo, piena di insegnanti e di assistenti tecnico-amministrativi. Centodieci scuola rappresentate da almeno trecento tra Rsu e interessati, che ieri pomeriggio hanno dato vita a un "attivo unitario", una riunione per tastare il polso del personale scolastico in vista della cosiddetta "rivoluzione Gelmini", che tra le tante cose prevede drastici tagli al personale e il ritorno al maestro unico alle elementari. Misure che sollevano parole di fuoco nei presenti: «Dobbiamo farci sentire, dobbiamo scioperare», è l´opinione comune ai più.

I rappresentanti di Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola aprono le danze. Diego Meli della Uil: «Dobbiamo stare uniti nei sindacati». Igor Piotto della Flc: «Quello del maestro unico è un provvedimento sessista, crea disuguaglianza sociale». La palla passa ai trecento in platea. Un po´ di imbarazzo, poi il vaso di Pandora si apre. Il primo a parlare è Lorenzo Varaldo, coordinatore del "Manifesto dei 500", il movimento genitori-insegnanti nato nel 1996 contro la riforma Berlinguer: «Dobbiamo spiegare cosa sta succedendo, bisogan far sapere a tutti che queste nuove norme sono il ritorno alla riforma Moratti». Gli interventi si susseguono, cercano di inquadrare il fenomeno, di capirlo. Cristina Michelotti, maestra, racconta del suo primo giorno di scuola: «Mi sono appesa due cartelli al collo con scritte in difesa della scuola. Tocca a noi dare il messaggio diretto ai genitori, spiegar loro la situazione».

Gli animi si accendono quando Anna Palermo pronuncia la parola «sciopero» e ricorda che «negli Anni ?70 abbiamo fatto le lotte per il tempo pieno, mangiavamo e dormivamo nelle scuole per difenderlo». C´è anche spazio per qualche battuta. «La Gelmini è la prima che deve tornare a scuola», dice Enza Di Blasi, maestra d´infanzia. «Ma non in Calabria», rispondono ironici dalla platea. Lei continua: «Vogliono introdurre l´obbligo di mandare i bambini di due anni all´asilo. Ma se alla scuola di Vigone dove lavoro abbiamo lasciato fuori dei bimbi di 5 anni...». E punzecchia i sindacati: «Facciamo uno sciopero, ma che non sia né di lunedì, né di venerdì». La platea apprezza e parte un timido coro: «Sciopero, sciopero».

Una maestra di Settimo avverte: «Dobbiamo coinvolgere tutte le categorie, non solo la nostra». Un professore dell´Itis Majorana di Grugliasco: «Spiace che qui ci siano tanti maestri e pochi docenti degli altri gradi di scuola: alla fine della prossima settimana arrivano i decreti sulle superiori e dobbiamo essere subito operativi ed informati». Un po´ defilato c´è un drappello di ragazzi. Una di loro si avvicina a una funzionaria per chiedere dei volantini da distribuire e le dice: «Siamo studenti di Scienze della formazione primaria, questi discorsi ci riguardano da vicino».

Dopo due ore di discussione, i sindacati riprendono la parola. «Le vostre parole sono molto motivanti», dice Andrea Colombo della Cisl. «Vogliamo una data per lo sciopero», chiedono dall´aula. Troppo presto: «Non possiamo permetterci di fare una manifestazione che poi fallisce. Dobbiamo convincere tutti quelli che ora stanno zitti», risponde Colombo. Prossima puntata, il 26 settembre, per un´assemblea alla quale parteciperà un rappresentante per ogni scuola del Torinese.