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Resto del Carlino/Pesaro: Scuola, duecento precari rischiano il licenziamento

Daniela Barbaresi (Cgil) lancia l'allarme per i tagli

21/01/2009
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Il Resto del Carlino

LA RIFORMA Gelmini che la Cgil ha sempre criticato come un vero «attacco alla scuola pubblica», torna a far discutere dopo l'emanazione dei regolamenti che dovranno attuare le norme approvate l'estate scorsa all'interno della manovra economica. Tenuto conto che è stato fissato per il 28 febbraio il termine per l'iscrizione alle prime classi, il sindacato sostiene che i tagli previsti sono tutti confermati e che le conseguenze saranno molto pesanti per le famiglie degli alunni e per il personale, in termini di posti di lavoro che si perderanno. Un quadro preoccupante tracciato da Daniela Barbaresi segretaria generale Flc Cgil Marche. Secondo quei regolamenti, non ancora definitivi, come si realizzeranno i tagli? «Saranno frutto della diminuzione del tempo scuola risponde Daniela Barbaresi che partirà da subito nella scuola primaria, di cui falsamente si dice che sarà organizzata in base alla richieste delle famiglie, e nella secondaria di primo grado. Infatti, nella scuola primaria, le famiglie che iscrivono i propri figli in prima classe potrebbero scegliere il tempo scuola tra 4 possibilità: 24, 27 30 o 40 ore settimanali. Tuttavia, mentre la richiesta di 24 o 27 ore sarà comunque garantita, le altre opzioni saranno corrisposte solo se ci sono disponibilità di organico, cioé il personale che il governo metterà a disposizione. Ma, sappiamo che ci saranno circa 15 mila docenti in meno già dal prossimo anno scolastico. Inoltre i tagli si sostanzieranno in meno posti di lavoro. Si comincerà dai precari che saranno licenziati in massa dopo tanti anni di lavoro e dopo aver attraversato la giungla di concorsi, inserimenti in graduatorie per titoli e percorsi di specializzazione. Si tratta di lavoratori che non hanno nessun ammortizzatore sociale». Quanti saranno? «Più di 800 nelle Marche, oltre 200 dei quali nella provincia di Pesaro Urbino che a settembre potrebbero non lavorare più. Ma anche i docenti di ruolo non vengono risparmiati da questa falcidia perché con la prospettiva dell'esubero, conseguente ai tagli dei posti di lavoro, per diversi di loro inizierà il balletto delle supplenze, anche su scuole diverse, a prescindere dalle singole competenze e professionalità. Complessivamente solo la soppressione delle ore di compresenza nelle classi a tempo normale della scuola primaria provocherà una perdita di 89 posti in questa provincia (357 in tutta la regione). Il taglio delle compresenze (ore di recupero per alunni in difficoltà, stranieri, laboratori e altro), nelle classi a tempo pieno porterà a perdere altre 700 ore (2900 nelle Marche), pari ad altri 33 posti di lavoro che si perderanno (130 in tutta la regione). La riduzione del tempo scuola a 24 o 27 ore (rispetto alle 30 ore di quasi tutte le classi a tempo normale di oggi) provocherà ulteriori tagli che vanno da 69 a 358 posti a pieno regime in tutta la regione e nella nostra provincia da 18 a 90. Ci sono poi altri 51 posti nella provincia (180 nelle Marche) per gli specialisti di lingua inglese che a regime non saranno più autorizzati con conseguente ulteriore perdita. Secondo lei, a quanto ammonterebbero in tutto i tagli nella scuola primaria nella nostra provincia? «Complessivamente, i tagli nella scuola primaria, nella provincia di Pesaro Urbino potrebbero andare da 115 a 262 posti in meno a pieno regime (da 447 a 1.027 nella regione). Altri 50 posti circa (200 nella Marche) si perderanno nella scuola secondaria di primo grado per effetto della riduzione dell'orario, senza contare gli effetti della riconduzione delle cattedre a 18 ore, mentre altri 100 posti in meno riguarderanno il personale tecnico amministrativo (440 nelle Marche) E poi è solo rinviata al prossimo anno la parte più consistente dei tagli nelle scuole superiori». Qual è l'appello che lancia alla Regione Marche? «La Regione ha un ruolo importante, innanzitutto per le competenze riconosciute in materia dal Titolo V della Costituzione; ma soprattutto chiediamo al nuovo assessore Stefania Benatti, porti avanti un'energica battaglia politica contro i regolamenti nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni che si svolgerà la prossima settimana». Cosa può fare il sindacato? «Una prima scadenza è rappresentata dalle iscrizioni alle prime classi, il 28 febbraio. E' l'occasione per dimostrare che le decisioni del Governo non godono del consenso dei genitori. Per questo al momento delle iscrizioni, come indicato anche dalle associazioni dei genitori, è bene che si richiedano modelli di scuola che prevedono tempi estesi sia per la primaria (30 ore o 40) che la secondaria e di qualità cioè con compresenze e laboratori. Occorre mettere in campo ogni iniziativa per informare in modo corretto i genitori affinchè possano compiere scelte consapevoli. Le scuole dovrebbero utilizzare appieno la loro autonomia circa i modelli di organizzazione didattica da adottare, autonomia riconosciuta dalla Costituzione»