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Saredegna: «Ora sblocco degli Ata» Cisl soddisfatta, Cgil e Uil: troppi i tagli già fatti

Scontiamo i tagli forsennati di due anni fa, e degli anni precedenti, e non dovuti al calo demografico se in ridotta parte, che non sono mai recuperati, uniti alla proroga "ope legis" degli organici della scuola dell'anno 2011-2012 anche per l'anno scolastico 2012-2013

09/08/2012
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«Un risultato importante in un momento di grande difficoltà che sta vivendo la regione Sardegna. L'assunzione di oltre 500 docenti precari contribuisce a dare una boccata di ossigeno alla drammatica situazione occupazionale dell'Isola». Il primo a parlare è il segretario regionale della Cisl Scuola, Enrico Frau, chiaramente soddisfatto delle stabilizzazioni decise dal decreto del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. Ma non basta. «Questo traguardo», commenta Frau, «ora va completato con lo sblocco delle assunzioni anche per il personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata). Solo così», aggiunge il sindacalista, «colmeremo i posti vacanti dei collaboratori scolastici e del personale amministrativo esistenti nell'organico regionale».

 «I TAGLI PASSATI». Più polemico Peppino Loddo, numero uno della Flc-Cgil Sardegna: «546 assunzioni (il 65,58%) su 847 posti disponibili, mentre l'anno scorso le assunzioni furono 848 rappresentano una speranza per pochi tra i tanti precari in lista d'attesa», osserva il segretario regionale della Flc-Cgil. «Certamente, scontiamo i tagli forsennati di due anni fa, e degli anni precedenti, e non dovuti al calo demografico se in ridotta parte, che non sono mai recuperati, uniti alla proroga "ope legis" degli organici della scuola dell'anno 2011-2012 anche per l'anno scolastico 2012-2013».

«I BUCHI DA COPRIRE». Soddisfatto a metà, infine, Fabrizio Pinna, segretario provinciale della Uil scuola: «Anche una sola nuova assunzione ci deve far gioire. Ma il problema resta e non ce ne dobbiamo dimenticare: i buchi che si stanno creando con gli accorpamenti delle classi non verranno mai coperti, visto che le immissioni, nel tempo, tenderanno a diminuire». (lan. ol.)

 

da UNIONE SARDA