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Scuola Oggi: Lombardia. ORGANICI SUPERIORI Peggio dell’anno scorso.

A dirlo non sono solo i sindacati della scuola ma anche la stessa Amministrazione .

30/03/2007
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ScuolaOggi

La situazione degli organici della secondaria superiore per il 2007/08 si prospetta “peggio dell’anno scorso”. A dirlo non sono solo i sindacati della scuola ma anche la stessa Amministrazione .
A fronte di 3.744 studenti in più ( per il Ministero la previsione era di 4.300 ) i Dirigenti Scolastici hanno chiesto 404 classi in più rispetto al 2006/07 cui corrisponderebbero circa 760 posti in più. Il Ministero nonostante prevedesse un numero maggiore di studenti , assegnava alla Lombardia 27.939 posti, vale a dire 284 in meno rispetto all’anno precedente.
Tale decisione appare ancor più grave alla luce della media regionale alunni/classe che nel 2006/07 si attestava a 22,43 , già abbondantemente al di sopra dell’obiettivo nazionale di 21 previsto per il 2007/08.
In teoria i posti da tagliare, rispetto a quanto richiesto dalle scuole, si aggirerebbero attorno a un migliaio!
In questa prima fase l’USR invitava gli USP ad una rigida applicazione delle norme attuali sulla formazione delle classi,comprese quelle con gli alunni diversamente abili ( DD.MM. 331 e 141 ), con qualche forzatura al limite del consentito.
Ed è subito lacrime e sangue! Le 404 classi in più richieste diventano prima 103 per poi ridursi ulteriormente a 86 . Risultato : affollamento classi, soprattutto di quelle iniziali e d’indirizzo, comprese quelle che accolgono studenti diversamenti abili al limite del tollerabile, con conseguente ulteriore aumento del rapporto alunni/classi che sale a 22,52 a livello regionale, con picchi ancora più alti a Varese 24,29, Lecco 23,54 , mentre nelle restanti province si supera 22, tranne a Como 21,80 e a Sondrio 21,98 . Emblematico è il dato di Milano oramai definitivo : con 1081 studenti in più vengono autorizzate solo 31 classi in più. Già lo scorso anno per esigenze di contenimento degli organici furono abbinate un centinaio di classi intermedie.
Quest’anno la storia si ripete in peggio perché s’incrementa ancor di più il rapporto alunni/classi che si attesta complessivamente a 22,17 mentre sulle prime classi si sfiorano i 25, sulle seconde i 23, sulle terze i 22,5, quasi 22 sulle quarte e abbondantemente al di sopra di 19 sulle quinte.
La massiccia operazione di tagli alle classi proposte dai Dirigenti Scolastici chiude solo la prima fase . Ancora una volta occorrerà mettere mano alla soppressione delle cattedre, a partire da quelle orario esterne che verranno scomposte e ridotte a spezzoni orario nella misura corrispondente alle eccedenze sull’organico assegnato dal Ministero in Lombardia di 27.939 .
Dopo le cattedre arlecchino e le cattedre fantasma, figlie della saturazione a 18 ore voluta dalla finanziaria di Berlusconi nel 2003, il fenomeno delle cattedre orario smontate in diritto e rimontate sull’organico di fatto si ripete ogni anno con grave beffa per i precari sia per le assunzioni in ruolo (minore disponibilità) sia per le supplenze ( posti annuali fino al 30 giugno) .
Ma il danno più grave ricade ancora una volta sugli studenti : classi prime e d’indirizzo sempre più affollate, con insegnanti sempre più precari che si avvicendano su cattedre che prima scompaiono e poi ricompaiono, geneticamente e giuridicamente modificate ( al 30.6 ) .
E ancora i diritti degli studenti diversamente abili, sacrificati sull’altare dei numeri.
No, non è un bel vedere lo stato in cui è ridotta la scuola pubblica anche in Lombardia.
Ancora una volta Milano e la Lombardia sono chiamati a pagare un prezzo altissimo.
Sul rapporto alunni/classi pensavamo di avere i conti in ordine e invece , nonostante il forte incremento degli alunni , ci tocca fare altri sacrifici. Una situazione del genere non è più tollerabile Di questo passo la scuola superiore in Lombardia rischia di ridursi ad un semplice contenitore di classi sempre più affollate, soprattutto quelle iniziali , sempre più povera di risorse e di organici e quindi, non in grado di raccogliere la sfida dell’innovazione e della qualità che anche l’Europa ci chiede .