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ScuolaOggi: L’organico di fatto: un duro colpo alla scuole del Lazio

La circolare n° 63 sull’organico di fatto conferma tristi presagi: i 5000 posti verranno tagliati e il Lazio soffrirà per circa il 10% di questo ulteriore taglio:

10/07/2009
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ScuolaOggi

di Anna Fedeli

Anche nel Lazio i tagli prodotti dall’asse Gelmini -Tremonti hanno inferto un colpo mortale alla scuola pubblica, alla buona scuola che ha sempre cercato, in assenza di risorse, di conseguire il successo scolastico dei propri alunni.
Questo è il dato principale, ma subito, un altro dato salta agli occhi: molti docenti di tutti gli ordini di scuola, a causa dei tagli, hanno perso la titolarità nella scuola dove prestavano servizio anche da molti anni, per essere trasferiti a distanze notevoli, a volte con completamento orario da svolgere su più scuole.
Tutto ciò comporta un disagio che va dalla qualità della vita del lavoratore alla qualità della sua prestazione professionale, quella prestazione professionale che “costruisce” il piano dell’offerta formativa di ogni scuola pubblica.
L’organico di fatto, in questo scenario, era atteso come un miracolo salvifico, soprattutto da quei docenti che ancora non si erano arresi a riconoscere la dura realtà imposta dai tagli.
Si sperava che i 5000 posti nazionali tolti al complessivo totale dei tagli all’ organico di diritto e spostati sull’organico di fatto sarebbero stati esigibili, una volta recepita dal governo la gravità della situazione.
Così non è stato. La circolare n° 63 sull’organico di fatto conferma tristi presagi: i 5000 posti verranno tagliati e il Lazio soffrirà per circa il 10% di questo ulteriore taglio:
Non verranno attivate nuove sezioni di scuola dell’infanzia, nonostante i 2600 bambini nelle liste di attesa, a Roma e provincia.
Nella scuola primaria la richiesta di vero tempo pieno( 40 ore con le compresenze) non potrà essere esaudita nell’interezza del numero, nonostante le assicurazioni della Gelmini e il maestro unico sarà una pia illusione della Ministra, perché i tempi scuola saranno spesso costruiti con un orario spezzatino, al di fuori di ogni logica della collegialità costruttiva. In province come Frosinone e Rieti per la prima volta insegnanti della scuola primaria saranno in “esubero”, mentre le richieste delle famiglie non sono state esaudite
Nella scuola secondaria molte classi di concorso, per effetto della riconduzione a 18 ore delle cattedre, hanno prodotto frazionamenti che non assicurano più la continuità didattica e non sono risanabili a causa dell’assenza di organico di fatto.
Nelle scuole dove vigevano le sperimentazioni, non si potranno non solo attivare classi iniziali di indirizzi sperimentali, ma addirittura verranno soppressi in corso d’opera indirizzi già avviati, con conseguenti ripercussioni sul curriculum scolastico degli alunni.
Non vogliamo tralasciare la grave situazione della messa in sicurezza delle scuole, aggravata dal crescente numero di alunni per classe che il ministero risolve dicendo alle scuole di rifiutare le iscrizioni in eccesso. Il diritto dovere all’istruzione tanto sbandierato è un optional?
Un discorso a parte per il personale ATA: qui l’operazione è chiara. Sacrificando l’apporto di questo personale all’attività didattica e alla sicurezza della scuola, si è effettua un’operazione che mette a rischio la funzionalità delle scuole. Dei 1294 posti tagliati, sarà possibile un lieve recupero, che non dovrà alterare il numero complessivo dei tagli: cioè si toglie da una parte per mettere da un’altra!
Infine l’organico di fatto avrebbe dovuto permettere il recupero dei posti da destinare alle supplenze: a questo punto il problema del precariato della scuola diventa un problema sociale, perché a tutt’oggi non esistono ammortizzatori sociali che permettano ai precari della scuola di rimediare ai loro “licenziamenti”