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Secolo XIX-Istruzione, fondi dimezzati il sindacato denuncia «Attività didattica a rischio»

Tra l'anno scolastico che si avvia alla conclusione e quello che si aprirà a settembre, il bilancio dell'istruzione sarà lacrime e sangue

26/03/2006
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Il Secolo XIX

SCUOLA Incontro con la direzione regionale
Genova
La preoccupazione dei sindacati della scuola è contenuta tutta in uno stringato documento diffuso ieri, dopo un incontro avuto dai rappresentanti di Cgil-Flc e Cisl scuola con il direttore generale ufficio scolastico regionale per la Liguria, Attilio Massara. La denuncia arriva al termine del colloquio: tra l'anno scolastico che si avvia alla conclusione e quello che si aprirà a settembre, il bilancio dell'istruzione sarà lacrime e sangue. Con pesanti conseguenze, dicono i sindacati, anche per l'attività didattica.
Quello approvato dalla Finanziaria è un bilancio quasi dimezzato rispetto all'anno scorso e ridotto addirittura a un terzo di quello del 2000, «mettendo a rischio la stessa possibilità di ordinario funzionamento dell'amministrazione del sistema scolastico».
Due i punti critici. Il primo è il taglio della voce destinata a coprire le supplenze in caso di malattia o assenza degli insegnanti di ruolo, eventualità tutt'altro che teorica. «Dai 14 milioni dello scorso anno, una cifra inalterata da tre o quattro anni - dice Paola Repetto, segretaria Cgil-Flc - si è scesi a poco più di 7 milioni, quasi la metà. Ed è facile prevedere che la situazione avrà ripercussioni pesanti». Cosa fare se la maestra non c'è e i soldi per la supplente sono finiti? «È inevitabile accorpare classi, per il periodo dell'assenza - dice Sandro Clavarino, responsabile regionale Cisl - ma se oggi può capitare sporadicamente nel caso di assenze brevi, di uno o due giorni, con queste premesse sarà la regola». Se una prima "C" si troverà senza maestra, una volta finiti i fondi i ragazzini saranno spalmati tra la "A", la "B" e la "D" per il tempo necessario, trovando compagni sconosciuti e un programma didattico presumibilmente sfalsato.
L'altra voce ridimensionata è quella delle spese correnti degli istituti, che si troveranno a fare fronte alle uscite per bollette e pulizie, manutenzioni e piccoli interventi con minori fondi. «Ci sono quaranta scuole nella provincia di Genova che non hanno nemmeno i soldi per pagare la Tarsu richiesta dai Comuni - continua Repetto -. La riduzione dei finanziamenti per le spese correnti è stata del 40 per cento e riguarda ogni ordine, dalle scuole per l'infanzia alle superiori». E se l'anno scolastico in corso si avvia comunque alla conclusione, tra vacanze di Pasqua e elezioni politiche, il prossimo, secondo questo scenario, sembra destinato a partire con le ali già tarpate.
Da qui la preoccupazione dei sindacati e le richieste alla direzione regionale: «Attivare un canale di informazione permanente e tempestivo, sia con le scuole che con le organizzazioni sindacali sulle delicate questioni al centro dell'incontro». L'altra richiesta al provveditore è politica: farsi tramite con il governo per trovare una soluzione legislativa ai problemi della scuola. «La gravità della situazione impone che le problematiche che da essa scaturiscono vengano poste al centro dell'attenzione non solo degli addetti ai lavori, ma dell'intera società».

B. V.