Tecnica della Scuola: Palermo, il preside di un Ipsia rifiuta 400 nuovi iscritti per carenza di Ata
Nell’istituto non vi sarebbero collaboratori scolastici e assistenti amministrativi sufficienti a garantire un servizio di qualità. Ferma la replica della Flc-Cgil locale: colpa della riforma affrettata, ora ci aspettiamo effetti devastanti con contraccolpi su dispersione, scelte di vita degli studenti “dirottati” e cancellazione di posti di lavoro.
di A.G. |
Si sta propagando a livello nazionale la notizia del dirigente scolastico di un istituto superiore di Palermo che nelle passate settimane avrebbe rifiutato un alto numero di iscrizioni al primo anno di corso (si parla di 400 studenti tra cui almeno una quindicina di ragazzi disabili) giustificando la decisione con la carenza numerica di unità di personale Ata in servizio presso la stessa scuola. Si tratta del preside dell’I.P.S.S.A.R. “P. Piazza” di Palermo, la prof.ssa Maria Frisella, che a detta della Flc-Cgil siciliana avrebbe preso la decisione esclusivamente "perché nella scuola non vi sarebbe un organico di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi sufficiente a garantire un servizio di qualità". Immediata la replica da parte dello stesso sindacato, che attraverso gli organismi della Sicilia e di Palermo ha realizzato un durissimo comunicato. “In un contesto sociale ‘difficile’ e ad alto rischio di dispersione scolastica come quello di Brancaccio e della periferia sud-est della città – ha dichiarato il segretario generale della Flc-Cgil di Palermo Calogero Guzzetta - un fenomeno di queste proporzioni sarebbe devastante. Non vi è alcun automatismo, infatti, rispetto al fatto che il rifiuto delle iscrizioni all'IPSSAR produca la scelta di iscriversi in un'altra scuola. Senza contare che nella migliore delle ipotesi, si costringono gli studenti a cambiare indirizzo di studi e, di conseguenza, progetto di vita. Non da poco, è poi, la perdita dei posti di lavoro, visto che il passaggio dalle attuali 99 classi alle 82 del prossimo anno comporterebbe una soprannumerarietà di 40 docenti e di almeno 10 Ata, in aggiunta ai tagli previsti dalla legge 133”.I sindacati garantiscono di aver già denunciato l'accaduto al direttore regionale dell'Ufficio Scolastico Regionale, Guido Di Stefano, e chiedono provvedimenti tempestivi al fine di ripristinare la legalità e il diritto alla scelta da parte delle famiglie degli alunni e al fine di “rimuovere dall’incarico il dirigente scolastico, unico responsabile – sostiene Guzzetta - di questa grave e incresciosa situazione”.In effetti, la giustificazione del dirigente scolastico nel rifiutare centinaia di iscrizioni non sembra reggere: il numero di collaboratori scolastici ed amministrativi varia proprio in base all’entità degli iscritti. Viene da sé che per ottenere più Ata dall’Usp occorra elevare il numero di frequentanti. “Il Dirigente Scolastico forse non sa – continua Guzzetta – che il personale viene assegnato in relazione al numero degli alunni e che con oltre 400 iscritti in meno diminuiranno ulteriormente, anche per via dei tagli dovuti alla legge Tremonti-Gelmini, sia i collaboratori scolastici che gli assistenti amministrativi?” Fortemente critico anche Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc-Cgil Sicilia, che riconduce il comportamento del dirigente alle troppe incertezze legate alle nuove regole introdotte con la riforma delle superiori: “Fatti gravi come quelli che accadono all'IPSSAR Piazza sono rivelatori di un clima di paura che i provvedimenti del Governo (Gelmini e Brunetta) inducono in alcuni dirigenti scolastici, facendo assumere loro comportamenti irresponsabili che degradano il tessuto sociale siciliano. Siamo di fronte a decisioni inaccettabili del dirigente scolastico, che condizionano la libertà di scelta degli studenti - i quali hanno il diritto di frequentare la scuola che vogliono, soprattutto in aree a rischio di dispersione scolastica e di devianza mafiosa - e causano la sfiducia delle famiglie verso le Istituzioni, gravando ulteriormente sui tagli già drammatici al personale della scuola”. |