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Unione Sarda-contro il taglio in Sardegna di 235 posti fra amministrativi, Ata e ausiliari dall'anno 2006

Manifestazione in via Roma contro il taglio in Sardegna di 235 posti fra amministrativi, Ata e ausiliari dall'anno 2006 Si sgolano sugli altoparlanti per richiamare ancora l'attenzione sui ris...

05/06/2005
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L'Unione Sarda

Manifestazione in via Roma contro il taglio in Sardegna di 235 posti fra amministrativi, Ata e ausiliari dall'anno 2006
Si sgolano sugli altoparlanti per richiamare ancora l'attenzione sui rischi che la Riforma Moratti comporta per l'Isola. Un centinaio di insegnanti e collaboratori scolastici hanno bussato al Palazzo di via Roma, ieri mattina, per chiedere sostegno per quest'emergenza che ? dicono- riguarda posti di lavoro e futuro dell'istruzione insieme. Un pupazzo di cartapesta, sorriso smagliante, naso lungo e gambe corte, svetta dall'alto di un tubo di plastica, a ricordare "i tanti non detto di questa riforma". Per esempio, la riduzione, solo in Sardegna, e a partire dal prossimo anno scolastico, di 235 posti di lavoro Ata, personale ausiliario, tecnico e amministrativo, che garantisce il pieno funzionamento delle scuole. La più colpitaCagliari risulterebbe la provincia più colpita con tagli per circa 134 unità. "Se nessuno fermerà la Moratti, a settembre molte scuole sarde potrebbero non riaprire, o comunque non garantire la sicurezza", questa la denuncia del fronte compatto dei sindacati. Le bandiere ci sono tutte, da Cgil a Cisl e Uil, dallo Snals ai Cobas. Decisi a chiamare in causa nella battaglia tutte le istituzioni delle Sardegna. Dalla direzione scolastica regionale, diretta emanazione del Ministero, all'assessore alla Pubblica Istruzione Elisabetta Pilia e alla sua giunta, sino al consiglio regionale, ieri meta dell'assedio pacifico di slogan e bandiere. Ai sindacati non bastano le due lettere spedite nei giorni scorsi al Ministero dal direttore scolastico Armando Pietrella e dall'assessore Pilia. Le rivendicazioni"Serve un'azione più incisiva", urla al megafono Peppino Loddo, segretario regionale di Cgil-Scuola, "vogliamo che il consiglio si attivi con la giunta perché difenda la scuola sarda dai tagli e dalle operazioni di intimidazione messe in campo dalla direzione scolastica per applicare forzatamente la riforma nell'Isola", denuncia Loddo. "Il problema delle riduzione del personale Ata riguarda i grossi centri, ma soprattutto i piccoli, dove abbondano gli istituti comprensivi che gestiscono diversi plessi scolastici. Se questi tagli enissero davvero attuati, sarà difficile garantire l'osservanza di tutte le prescrizioni di legge e garantire persino i servizi minimi", spiega Luciano Cariccia, segretario regionale Snals. I sindacati considerano poi "illegittima" l'ammissione nelle scuole d'infanzia dei bambini che ancora non hanno compiuto i tre anni. Chi baderà a loro - si chiedono- se il personale viene continuamente rivisto al ribasso? Pino Ciulu, segretario regionale di Cisl- Scuola, elenca i settori a rischio: "La cura della persona, in particolare degli alunni portatori di handicap, l'assistenza e la vigilanza sugli studenti, la sicurezza ai sensi della legge 626, la gestione amministrativa delle scuole, la pulizia e l'igiene degli edifici". Ecco i consiglieriRichiamati dalle voci della protesta, si avvicinano i consiglieri regionali Maria Grazia Caligaris (Sdi-Su), e Luciano Uras (Rifondazione). Il problema secondo la Caligaris "è quello di evitare che l'autonomia concessa alla Regione con la modifica del Titolo V della Costituzione finsica per portare solo oneri. È un paradosso che la Sardegna abbia titolo per mantenere il personale Ata, ma non i soldi per pagarli". Per Uras "anche questa questione rientra nella vertenza complessiva che la Regione deve portare avanti nei confronti dello Stato". C'è poi chi fa notare come alla mancata riconferma del personale Ata per il prossimo anno, si aggiunge "la soppressione, negli ultimi cinque anni, di oltre 6 mila posti di insegnamento, mentre circa 9 mila precatri attendono occasioni di lavoro nella scuola". E poi ecco le critiche a "l'orario spezzatino" e al "doppio canale: il liceo per i ricchi e la formazione professionale per i poveri, due sistemi fra loro incompatibili",si legge sui volantini. Anche di questo si discuterà martedì prossimo, nell'assemblea unitaria convocata a Cagliari. Roberta Mocco