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Unit/Bologna: Scuola, sotto organico anche i bidelli

Lo afferma la Cgil: «Rischio d’aumento per la retta della mensa». L’assessore: «Impossibile, la refezione è comunale»

11/08/2007
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l'Unità

Scuola, sotto organico anche i bidelli

di Alice Loreti / Bologna

SETTEMBRE «A settembre, saremo senza bidelli e le rette per le mense potrebbero aumentare». L’allarme arriva dalla Cgil, che ieri ha incontrato l’Ufficio Scolastico Provinciale per la delibera definitiva degli organici in arrivo da settembre nelle scuole bolognesi.
E, nella lista ufficiale, «non vi è traccia del personale tecnico amministrativo, i cosiddetti Ata», di cui fanno parte, appunto, i bidelli. A loro, «orgoglio delle nostre scuole», spetta non solo il compito di aprire e chiudere le porte agli alunni o di aiutare i docenti, fornendo, ad esempio, i gessetti. Tra le mansioni, vi è l’assistenza dei bambini durante la mensa e la merenda. Tocca infatti a loro scodellare e servire i piatti, portare il latte a metà mattina e lo spuntino di metà pomeriggio. «Il servizio mensa è in convenzione con gli enti locali- spiega Bruno Guidi, Cgil- che offrono costi bassissimi, pari ad un quinto rispetto al servizio offerto da esterni». Se il prossimo anno non ci saranno abbastanza collaboratori scolastici, «le scuole potrebbero essere costrette a fare ricorso, per i pasti e l’assistenza, alle cooperative». In questo modo, «si passerebbe da una spesa di 30 mila euro annui, a 120/150 mila. E l’aumento peserebbe sui bilanci delle amministrazioni, degli istituti e sulle rette dei genitori». A rassicurare i genitori pensa l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Milli Virgilio. «La refezione è comunale, non ha nulla a che fare con i bidelli, di competenza dello Stato- dichiara- c’è preoccupazione ma non è plausibile che ciò accada». Certo è che, al suono della campanella, «mancherà un collaboratore scolastico per ogni istituto, di ogni ordine e grado». La richiesta delle scuole e dei sindacati era stata di circa 40-50 posti, «ma non ce ne è stato dato nessuno- continua Guidi- quindi rimaniamo con l’organico dell’anno scorso, già ampiamente insufficiente». E chi soffrirà maggiormente di questo taglio, saranno le scuole dell’infanzia e le elementari. Inoltre, meno personale c’è, «più si rischia di incorrere in fenomeni come il bullismo. E c’è meno spazio per i progetti integrati, come quelli di prevenzione alla tossicodipendenza. Che non coinvolgono solo docenti ed alunni, anche i bidelli, con i quali i ragazzi, soprattutto alle medie ed alle superiori, hanno un rapporto di maggior confidenza». La mattina, «qual è la prima figura della scuola che si incontra, la prima persona che parla con i genitori?». Dunque, in futuro, «si farà il minimo indispensabile E questa politica andrà a discapito della qualità e del benessere di tutti». Il problema non riguarda però solo i bidelli: il personale Ata, include anche le segretarie, responsabili dell’amministrazione degli istituti. Sono loro che, in caso di assenza di un insegnante, si mettono al telefono alla ricerca di un supplente; sono loro che aiutano i dirigenti scolastici nelle pratiche burocratiche; loro, ancora, che gestiscono i progetti, i permessi per le gite, gli stipendi, i contratti. Tutte procedure fondamentali che potrebbero subire un rallentamento, andando ad intasare il motore di una macchina già ingolfata da tempo. Insomma, «la scure del Ministero si è abbattuta su tutte le professioni della scuola» commenta Guidi. Ipotesi confermata dallo stesso dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Paolo Marcheselli. «Sulle tabelle ministeriali- spiega- per risparmiare, sono stati ridotti i parametri per il personale Ata».