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Unità-Bologna-Abbiamo salvato la scuola di tutti"

Abbiamo salvato la scuola di tutti" Soddisfazione dell'assessore Bastico per il via libera della Consulta alla legge regionale Natascia Ronchetti BOLOGNA Nel giorno in cui arriva la con...

28/01/2005
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l'Unità

Abbiamo salvato la scuola di tutti"

Soddisfazione dell'assessore Bastico per il via libera della Consulta alla legge regionale

Natascia Ronchetti

BOLOGNA Nel giorno in cui arriva la conferma che la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del governo contro la legge dell'Emilia Romagna sulla scuola, le Regioni si ritrovano al ministero all'Istruzione a esaminare un testo di decreto attuativo sulla riforma degli istituti superiori che crea due sistemi formativi. Serie A e serie B, con il sistema liceale che farebbe capo allo Stato, quello dei "percorsi professionalizzanti che farebbe capo alle Regioni, senza dare accesso all'Università, se non dopo un anno integrativo", spiega Mariangela Bastico, assessore regionale alla Scuola. Per Bastico, l'altro ieri, strana giornata. Da un lato la soddisfazione per la sentenza della Consulta che legittima l'impianto legislativo della Regione, con il biennio integrato per evitare a un tredicenne di dover scegliere troppo precocemente, insieme al proprio percorso scolastico, anche il proprio futuro
Dall'altro, la sorpresa di una "bozza" di testo di un decreto attuativo che sdoppia il sistema scolastico superiore.
Assessore Bastico, partiamo dal pronunciamento della Consulta. Soddisfatta?
La nostra legge resta intatta sui punti qualificanti. È stata giudicata pienamente legittima e adesso può essere applicata in tutti i suoi aspetti. C'è anche un dato politico: la sentenza conferma ciò che abbiamo sempre detto, è cioè che noi volevamo fare una legge utile per il nostro sistema scolastico, con finalità a nostro avviso piuttosto alternative rispetto a quelle della legge nazionale. Per noi vale il principio: scuola per tutti, nella legge Moratti vediamo scelte che vanno nella direzione opposta, quelle di una scuola che divide, che crea percorsi di serie di A e percorsi di serie B. Noi abbiamo sempre detto che nonostante non la condividessimo saremmo comunque stati dentro il quadro legislativo nazionale, pur con modalità migliorative e anche alternative. La Consulta ci ha confermato che esercitiamo le nostre prerogative costituzionali. Proprio quello che stiamo cercando di fare con la legge sul lavoro. Applichiamo la legge 30 ma con obiettivi per certi versi alternativi. Quando il sottosgretario Maurizio Sacconi ci minaccia anticipatamente un ricorso dimostra strumentalità politica...
Torniamo alla scuola. L'altro ieri è stato convocato al ministero il coordinamento degli assessori regionali a Scuola e Formazione professionale, per esaminare il primo testo del decreto attuativo della legga delega per quanto riguarda la scuola superiore. Cosa ne pensa?
Il testo ci è stato inviato ufficialmente dal capo di gabinetto del ministero. Alla riunione ci è poi stato detto che era già stato superato, siamo stati convocati per esaminare un testo che ci veniva detto già superato...Comunque, per quanto riguarda i contenuti è stato espresso ampio dissenso dalle Regioni governate dal centrosinistra, ma valutazioni negative sono state manifestate anche dagli assessori di Lombardia e Veneto. Le valutazioni sono negative prima di tutto per quanto riguarda il doppio canale della scuola media superiore, per cui tutti i licei sono propedeutici all'università e durano cinque anni, mentre il sistema della formazione tecnico-professionale è regionalizzato, cioè gestito dalle Regioni, e non dà accesso all'università, se non dopo un anno integrativo. Per la formazione professionale sono previsti 3 anni, poi prendi una qualifica; quattro, e prendi un diploma. Un impianto già profilato nella legge delega che non condividiamo. Poi c'è molta ambiguità. Non si può dire che si devono trasferire alle Regioni i percorsi professionalizzanti. Cosa significa? Bisogna dire che cosa sono, questi percorsi. Si tratta di formazione professionale? È già nostra. Sono gli istituti professionali, alcuni tecnici, tutti gli istituti tecnici? Un decreto attuativo ha effetti concreti ma questo è carico di ambiguità. Evidentemente riflette anche visioni e opinioni critiche all'interno della stessa maggioranza di governo. È un testo come avvolto nella nebbia, come se si volesse rendere sempre possibile tirare indietro la mano e dire tutto e il contrario di tutto
Quando vi rivedrete e qual è la vostra posizione?
Abbiamo appuntamento con il ministro Moratti il 9 febbraio ma abbiamo bisogno di un testo chiaro sul quale confrontarci. Sono preoccupata per lo svilimento degli istituti tecnici, un tipo di scuola che certo può essere migliorata ma non distrutta: forma professionalità importanti per il nostro sistema economico e produttivo. Sono preoccupata anche per la formazione professionale. Noi diciamo che la scuola deve rimanere unitaria e che dobbiamo ragionare su un biennio unitario, non unico, con offerte differenziate, nel quale tutti i ragazzi siano aiutati ad orientarsi nelle scelte. Poi chi vuole, per esempio, può continuare e fare il liceo. La controproposta delle Regioni di centrosinistra è: scuola unitaria, biennio unitario e poi percorsi successivi in cui ci sia anche il percorso della formazione professionale. Natascia Ronchetti


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