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Unità/Bologna: Cofferati boccia il 10 «politico»La Cgil difende gli insegnanti

Il sindaco: iniziativa «sbagliata» perché coinvolge i bambini che sono «soggetti inconsapevoli» Ma il sindacato: «La Costituzione affida agli insegnanti il compito di valutare i criteri più giusti»

13/02/2009
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l'Unità

Annullate le pagelle, la parola passa agli ispettori, come richiesto dal ministro Gelmini, che fin dalla mattinata di ieri invocava «sanzioni». La ribellione delle Longhena fa discutere anche il Pd.Un 10 in pagella ha scatenato la bufera alla scuola elementare Longhena, in via Casaglia. Il 10 è il voto che i maestri hanno dato ai 360 alunni dell’istituto, in tutte le materie. Una clamorosa protesta contro la reintroduzione, prevista nella riforma Gelmini, del voto numerico al posto del giudizio anche alle elementari. Le pagelle, però, sono state annullate ieri sera dall’Ufficio Scolastico Regionale, dopo una giornata convulsa in cui si sono susseguite accuse di strumentalizzazione politica dei bambini e minacce di sanzioni, da parte del ministro Gelmini nei confronti dei maestri.

LOGICA MINISTERIALE

«È una strumentalizzazione politica della scuola – aveva dichiarato in mattinata il ministro –. Un comportamento che va sanzionato». E le sanzioni sono arrivate. L’Ufficio Scolastico Regionale ieri pomeriggio ha inviato un ispettore nell’istituto «per verificare eventuali irregolarità». Il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Aiello, ha annullato le pagelle con i 10.

UN CASO NAZIONALE

Ma i genitori non ci stanno. «Faremo tutto ciò che è in nostro possesso per manifestare solidarietà agli insegnanti – protesta Patrizia Alberti -. Non si misurano i bambini». «L’obiettivo delle pagelle alle elementari – spiega la maestra Marzia Ma scagni – non è valutare le prove svolte dagli alunni, ma rendere conto del processo di apprendimento. Ogni bambino ha i suoi tempi, non si possono marchiare con un 5 o un 6». «Il mio voto non è un 10 provocatorio – risponde alle accuse di strumentalizzazione Fabio Campo -. Se devo esprimere un giudizio in numeri, ogni alunno, per me, vale 10».

Un fuoco incrociato, per tutta la giornata, si è scagliato sull’iniziativa dei maestri delle Longhena, che ha causato anche un’inaspettata spaccatura nel Pd bolognese. Mentre Davide Ferrari, presidente del Forum Scuola, dichiarava: «Il ministro è responsabile di quanto sta accadendo» e sottolineava che le nuove norme «non solo sono sbagliate, ma confuse e, per di più, non sono, ad ora, accompagnate da alcun chiarimento e orientamento di carattere didattico» , a sorpresa, il sindaco Sergio Cofferati condannava la protesta. «I bimbi non devono essere utilizzati. Sono contrario alla riforma Gelmini, ma sostenere la propria contrarieta ad una legge utilizzando soggetti inconsapevoli è sbagliato».

Il deputato forzista Garagnani ha depositato una denuncia presso la Procura di Bologna nei confronti dei maestri delle Longhena «per accertare la sussistenza di eventuali reati, ravvisando in tale comportamento un illecito amministrativo e falsità ideologica».

DALLA PARTE DEI MAESTRI

Dalla parte dei maestri, il segretario del Prc Ferrero: «Mi associo allo sdegno del mondo della scuola contro le vergognose e minacciose parole rivolte dal ministro Gelmini contro le maestre bolognesi “colpevoli” di aver dato, come segno di protesta civile e democratica, il 10 ai loro alunni».

La posizione della Cgil

La Cgil scuola precisa in una nota che «solo un'insegnante può valutare, scegliendo i criteri che ritiene giusti. Non può essere una legge o una velina del ministro a decidere».

L’Assemblea genitori e insegnanti della scuole di Bologna, ieri sera, ha rilanciato la sfida al ministro. Domani genitori, insegnanti e alunni festeggeranno il giorno di San Valentino portando in piazza Nettuno un un bigliettino o un disegno, «una dichiarazione d'amore per la scuola pubblica».