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Unità/Bologna: «Notte bianca» per salvare la scuola

SI ALLARGA LA PROTESTA contro il decreto Gelmini. La prossima iniziativa dell’Assemblea delle scuole di Bologna è una notte bianca, il 15 ottobre, «esportabile» in tutta Italia

02/10/2008
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l'Unità

L’Assemblea delle scuole, dopo la grande manifestazione di venerdì, fa appello al paese
A Bologna gli istituti resteranno aperti il 15 ottobre: ospiteranno artisti di strada e attori

di Alice Loreti/ Bologna

La scuola avrà la sua notte bianca. Il 15 ottobre, gli istituti bolognesi resteranno aperti tutta la notte, ospitando artisti di strada e personaggi del mondo dello spettacolo. Tra gli invitati vi saranno, ad esempio, Vito e Alessandro Bergonzoni. L'iniziativa, promossa dall'Assemblea delle scuole (che venerdì scorso ha portato in piazza 10 mila persone contro il decreto Gelmini), girerà l'Italia. «Vogliamo proporla a livello nazionale - spiega Giovanni Cocchi, insegnante alle Mattiuzzi-Casali -. Il tempo a nostra disposizione è poco, a breve la riforma del ministro sarà discussa in Senato. Dobbiamo fare di tutto per bloccarla».
I docenti hanno trovato l'appoggio di mamme e papà. Dopo la manifestazione di venerdì, sono stati proprio i genitori a chiedere forme di lotta più incisive. «La nostra esperienza è piaciuta, molti vogliono occupare le scuole e fare assemblee permanenti - dice Stefania Ghedini, maestra alle XXI Aprile -. Abbiamo quindi pensato di far convergere tutte le iniziative in una sola giornata». Ogni istituto deciderà la sua notte bianca. «Chi vuole la scuola con i fiocchi, potrà infiocchettare la scuola - continua Ghedini -. A chi è piaciuta l'idea del lutto, potrà vestirsi di nero». Stefano, papà delle elementari Avogli, propone di fare un video. «Sono un film-maker - dice - sarebbe carino fare un documentario e proiettarlo il 15 ottobre».
Nelle prossime settimane, intanto, continuerà la campagna di informazione. «Facciamo un grande tabellone all'entrata delle scuole - suggerisce Patrizia, docente alle Zamboni - in cui mettere il nostro materiale. Ad esempio, un cartellone con scritto Maestro unico=dopo scuola a pagamento. E le quattro effe che il decreto Gelmini comporta: fine del tempo pieno; fine delle compresenze; fine delle attività di laboratorio; fine delle attività di recupero».
Una mamma propone la quinta effe: «Fine del lavoro per le donne».
Dall'Assemblea delle scuole arrivano anche inviti a Comune e Regione. «Vorremmo che l'amministrazione bolognese si facesse portavoce per lanciare il grido di allarme all'Anci - riprende Ghedini -. Alla Regione, chiediamo che continui sulla strada del ricorso alla Corte Costituzionale». Per i sindacati, invece, l'invito è all'unità. «Il 17 ottobre ci sarà lo sciopero dei Cobas - afferma Mirco Pieralisi, docente alle De Amicis -. Noi ci saremo e chiediamo a tutti di partecipare unitariamente».