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Unità/Bologna: Operai in corteo con i maestri Migliaia nelle piazze emiliane

Non solo scuola: nei tre capoluoghi emiliani alla protesta di insegnanti e ricercatori contro i tagli del governo, la Cgil ha mobilitato anche altre catgorie, dai ferrotramvieri ai metalmeccanici.

19/03/2009
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l'Unità

Le tute blu insieme agli insegnanti. Gli autisti di bus a fianco dei ricercatori precari. In migliaia, a Bologna, Modena e Reggio Emilia, lavoratori di tutte le categorie hanno risposto alla chiamata della Cgil, sfilando per le strade con l’obiettivo di dire «no» ai tagli del governo sulla Scuola e sull’Università. Un modo per sollecitare anche risposte diverse alla crisi che sta mordendo in ogni settore. Tantissime le storie raccolte, un unico denominatore: la difficoltà di arrivare a fine mese.

A. LORETI, A. BONZI E S. MORSELLIBologna, Modena, Reggio Emilia. In queste tre città dell’Emilia-Romagna, migliaia di lavoratori - tra cui metalmeccanici, operai tessili, autotrasportatori - sono scesi ieri in piazza affiancando i colleghi del comparto Scuola Cgil nella protesta contro una crisi che ormai non risparmia nessuno.

SOTTO LE DUE TORRI

Più di 3 mila persone hanno riempito piazza Nettuno, armati di fischietti e bandiere rosse. Tanti gli interventi dal palco allestito sui gradoni della fontana simbolo di Bologna: a prendere parola i ricercatori del Cnr, gli studenti dei collettivi universitari e i delegati di alcune aziende, come Magneti Marelli e La Perla. «Lo sciopero è un sacrificio, ma anche un’arma – dice al microfono il segretario della Camera del Lavoro, Cesare Melloni – per fare valere diritti, valori ed interessi quando sono minacciati». Melloni detta poi la ricetta anti-crisi: «Alzare le tasse ai redditi alti e lotta all’evasione. È il fisco che deve sostenere gli ammortizzatori, non le pensioni».

Presenti in piazza, anche il candidato sindaco del Pd, Flavio Delbono, e quello di Bologna Città Libera, Valerio Monteventi. Nonché il segretario bolognese dei democratici, Andrea De Maria. «Crediamo sia giusto essere qui – commenta De Maria -. Il settore dell’istruzione è uno dei più delicati, su cui bisognerebbe investire, perché garantisce la qualità dello sviluppo». A metà mattina, dalla piazza sono partiti due cortei: il più numeroso diretto verso la Prefettura – dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto, Angelo Tranfaglia – e un altro in Piazza XX Settembre, per parlare con i vertici dell’Ufficio scolastico regionale. A farla da padrone, infatti, è stato comunque il mondo dell’istruzione, in fermento da mesi contro la riforma Gelmini. «La rabbia dei lavoratori è tanta – afferma il segretario Cgil-Scuola, Sandra Soster – stanno perdendo il posto, lo stipendio, la dignità».

MODENA

Alcune migliaia di lavoratori hanno formato un corteo anche a Modena. La crisi ha colpito duramente il settore ceramico e tessile: «Ad aprile saranno in cassa integrazione ben 8.000 persone, oltre il 50% dei lavoratori del settore», spiega la segretaria Filcem-Filtea Cgil di Modena, Manuela Gozzi. Accanto a lei Mohamed Rizki, operaio metalmeccanico alla Lamiral,a casa da settembre: «Prima a rotazione, ma neanche quella ora funziona. Io ho cinque figli e per gli immigrati c’è il problema del permesso di soggiorno: se perdi il lavoro, rischi di diventare irregolare». In tanti anni di lavoro - Mohamed è in Italia dall’89 - «non avevo mai visto un periodo così nero: i 1.000 euro della cig mi vanno tutti tra l’affitto della casa e le rate con la banca. E ho cinque figli». E se Arturo Ghinelli, insegnante elementare alle Giovanni XXIII, lancia l’allarme per i tagli ai supplenti («Dovranno suddividere le classi “scoperte” nelle altre perché non ci sono i soldi per pagare gli insegnanti»), alcune centinaia di delegati hanno organizzato un presidio di solidarietà davanti alla Salami, La proprietà dell’azienda metalmeccanica con 120 dipendenti, tutti in cig a rotazione, non intende anticipare le buste paga, e dunque i lavoratori rischiano di restare senza stipendio per tre mesi, visti i tempi di pagamento dell’Inps. «Una situazione difficile per molti», osserva Claudio Riso (Fiom-Cgil).

REGGIO EMILIA

Futuro sì, indietro no. Alcune centinaia di lavoratori e di studenti hanno presidiato la Prefettura di Reggio Emilia: la crisi morde in profondità il tessuto sociale. A febbraio, i lavoratori in cassa integrazione hanno superato quota 10.500, a fine marzo saranno anche di più. Le domande di disoccupazione ordinaria compilate dal patronato Inca sono raddoppiate rispetto a un anno fa. «Nelle scuole – dice la il segretario provinciale Mirto Bassoli - l’adesione è stata superiore al numero dei nostri iscritti, con punte soprattutto nelle elementari. La mobilitazione è andata bene anche negli altri settori coinvolti».