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Unità/Bologna: Sala, 33 allievi per classe Illegale persino per Gelmini

Rebus dell’era Gelmini: dove sistemare i ragazzi quando mancano gli insegnanti per sdoppiare le classi? A Sala tempo pieno garantito solo a due sezioni su quattro, a Crespellano salta il venerdì pomeriggio.

28/08/2009
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l'Unità

ADRIANA COMASCHI«E poi si lamentano del bullismo. Ma cosa può succedere, con 30 ragazzini di prima media in una sola classe»?. La domanda del presidente del Consiglio di istituto del comprensivo Ferri se la pongono in molti, a Sala Bolognese.

DIROTTATI VERSO ALTRI COMUNI?

Lo hanno chiesto anche all’Ufficio scolastico provinciale e regionale (oggi sotto i riflettori per la ‘censura’ alla preside Daniela Turci, che aveva criticato i tagli del ministro Gelmini) ma non hanno ancora avuto risposta. Il problema posto è semplice: che fine faranno i 16 alunni ‘in più’ di prima media? I nuovi iscritti sono 56, 10 i bocciati dunque si arriva a 66, per rispettare la legge sulla sicurezza andrebbero divisi in tre classi (le aule hanno una capienza massima di 25). Tre erano dunque gli insegnanti richiesti dalla scuola: invece ne sono arrivati solo due. Quindi in teoria in due classi dovrebbero stare 33 ragazzi, il che è fuori legge a detta della stessa Gelmini che ha fissato il tetto massimo di 30 alunni per classe. La media però è scuola dell’obbligo, dunque in qualche modo deve essere garantita: il rischio allora, spiega l’assessore alla Scuola di Sala Emanuele Bassi, è che «vengano dirottati sui comuni limitrofi». Soluzione che non è una soluzione, perché S.Giovanni in Persiceto e Calderara hanno gli stessi problemi. Ma soprattutto per «il disagio pazzesco che si creerebbe».

GIOVANI COPPIE SENZA TEMPO PIENO

Domenico Mastroscianna è il genitore che guida il consiglio di istituto, e non si capacita: «Non bisogna pensare alla scuola solo in termini didattici, i nostri ragazzi passano lì il 70% della giornata - ricorda - pensiamo al disagio di chi magari sarà costretto a frequentarla a 30 chilometri da casa, lasciando lì tutti i suoi amici, le sue relazioni sociali». Per tacere dei costi dello scuolabus che il Comune dovrebbe garantire. L’unica via d’uscita sembra dunque una marcia indietro sugli organici, con la restituzione di un docente e pure di una maestra alle elementari. Anche lì infatti il malumore è forte: le nuove prime sono 4, «il 100% delle famiglie aveva chiesto il tempo pieno e invece lo avremo solo per due sezioni», racconta Mastroscianna, gli altri dovranno accontentarsi di 27 ore. E questo nel comune «che è il secondo più ‘giovane’ della provincia: moltissimi si sono trasferiti qui da Bologna, coppie in cui lavorano entrambi» mentre i nonni sono rimasti sotto le due torri. Ed ecco che il taglio diventa emergenza, «a chi affideranno i bimbi al pomeriggio?».

«stiamo solo dicendo la verità»

I genitori allora non capiscono il monito dell’Usr ai presidi: «Qui più che di critiche si tratta di dati di fatto - ribatte Mastroscianna - e un dirigente deve anche dare delle spiegazioni a docenti e famiglie su quello che sta succedendo». È lo stesso ragionamento di Sergio Simoni, dirigente dell’Ic di Crespellano che quest’anno si è visto togliere un docente in organico di diritto e pure uno in quello di fatto, «non era mai successo in 18 anni». Risultato: niente scuola il venerdì pomeriggio, al limite se la pagherà chi potrà, se il Comune riuscirà a fornire un educatore. E allora «io mi sento leale verso il ministero ma dobbiamo anche dire la verità - argomenta Simoni -, mica possiamo foderarci gli occhi di prosciutto. Se il servizio viene a mancare questo è un dato di fatto e non un giudizio politico. Oltretutto la Gelmini non ha garantito neanche quello che aveva promesso, cioé il mantenimento del tempo pieno esistente».