Unità/Bologna: Veleno della Moratti contro i presidi infedeli
Contestata dall’Ufficio scolastico regionale a due dirigenti di istituto la mancata effettuazione delle «prove Invalsi»
di Samuele Lombardo/ Bologna
SCUOLA «Lucrezia Stellacci dovrebbe dimettersi»: applausi scroscianti e ovazioni da una platea di genitori infuriati. Sono già 800 quelli che hanno preso le difese
della preside dell'Istituto Comprensivo Otto di Bologna, Giuliana Balboni, chiamata «a difendersi» davanti all’Ufficio scolastico regionale (Usr) lunedì per non aver obbligato i docenti a effettuare i «test Invalsi» (per la valutazione degli insegnamenti). Genitori e docenti si sono mossi immediatamente per la preside: oltre ad aver sottoscritto una lettera di solidarietà, infatti, in due giorni hanno inviato e-mail e lettere alla Balboni. E i genitori si dicono pronti a organizzare un presidio sotto il Centro servizi amministrativi di Bologna lunedì mattina, data di convocazione (con tanto di legale) della preside davanti ai vertici Usr. La vicenda che coinvolge la preside e che ha portato al contenzioso aperto dalla dirigente dell'Usr, Stellacci, è proseguita ieri con una conferenza stampa-assemblea nella scuola dove è nato il rifiuto di effettuare i «testi Invalsi» nelle date stabilite dal ministero, salvo poi, proporli in classe dopo una serie di richiami da parte dell'Usr. Tutto è cominciato quando i docenti, già prima della fine dell'anno scorso, si sono rifiutati di far fare i test ai bambini, decisione avallata da un documento votato dal consiglio d'istituto. Ed è proprio il presidente del consiglio d'istituto, Marco Tirini (genitore di tre bambini della scuola), a iniziare: «La preside ha solo tenuto un comportamento democratico, rispettando una scelta di un organo sovrano ed evitando di dare ordini di servizio agli insegnanti».
In un secondo tempo, comunque, i docenti hanno effettuato la prova e, tuttavia, alla vigilia delle elezioni politiche dall'Usr è arrivata una convocazione a Balboni «per discolparsi». Insomma, «non è vero, come ha scritto ieri Stellacci - aggiunge Tirini - che Balboni ha chiesto di essere sentita. Lei deve andare a difendersi». Nella scuola retta da Balboni, prosegue l'insegnante Paola Collina, «si lavora con rispetto della democrazia» e «si insegna ai bambini la pratica della partecipazione». Ma il problema, per Marzia Mascagni che oltre a essere insegnante è componente dell'Rsu dell'istituto e responsabile scuola del Prc, «è tutto politico, perchè da questa scuola è iniziata la battaglia per il tempo pieno e contro la riforma Moratti». E «punire la preside di questa scuola sa di esempio per tutte le altre che lavorano in autonomia, secondo quanto è sancito dalle leggi».
A Stellacci, intanto, stanno arrivando diverse lettere. Una è firmata da un'ottantina di insegnanti dell'istituto, l'altra dai genitori. La prima ricorda a Stellacci che il collegio docenti è sovrano e che i regolamenti nazionali sulle prove «Invalsi» non sono ancora stati approvati. L'auspicio di tutti è che Stellacci revochi l'incontro fissato per lunedì e che lasci al suo posto Giuliana Balboni.
Ieri sera la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale ha fatto sapere che la pratica aperta su Giuliana Balboni sarà archiviata perché le spiegazioni scritte che le sono arrivate «sono complete e soddisfacenti» e che l'incontro di lunedì non è un'imboscata visto che «noi le abbiamo chiesto se voleva venire a parlare e lei ha risposto di sì».
Ma sempre ieri sera si è saputo che un altro preside di Cattolica, in provincia di Rimini, è stato convocato mercoledì scorso dall’Ufficio scolastico regionale sempre per i «test Invalsi» e ora attende di conoscere l’esito della audizione.