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Unità-Palermo-Roma, mille chilometri per dire no

Palermo-Roma, mille chilometri per dire no Melania, maestra elementare siciliana: "Ci sarò, con il mio cartello: ho voglia di insegnare, così è impossibile" Marzio Tristano PA...

15/11/2004
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l'Unità

Palermo-Roma, mille chilometri per dire no

Melania, maestra elementare siciliana: "Ci sarò, con il mio cartello: ho voglia di insegnare, così è impossibile"

Marzio Tristano

PALERMO Il cartello è pronto, l'ha costruito con due assi di legno leggero che reggono un grande foglio bianco, dove ha scritto con un pennarello nero: "La riforma Moratti è solo X una scuola di matti".
Venticinque anni, nubile, Melania Federico, insegnante elementare all'istituto comprensivo Giuseppe Verdi di Palermo, stringe nelle mani il biglietto del treno speciale organizzato dai sindacati che parte diretto a Roma. Farà mille chilometri in seconda classe, due notti in treno, una all'andata, l'altra al ritorno, sui vagoni che Trenitalia destina solo ai convogli del sud - che non sono il massimo del confort - per alzare in aria il suo cartello, insieme a decine di migliaia di colleghi in corteo per le strade della capitale. "Se potessi parlare con la Moratti - spiega Melania - le direi di tornare indietro". "Non vedo l'ora di arrivare - aggiunge - per dare un segnale forte a questo governo e io non voglio delegare nessuno. Non ho accettato neanche i cartelli già preparati dal sindacato, porterò il mio. Questa volta è impossibile che la nostra protesta passi in sordina".
Melania viene da Palermo e insegna in una scuola in cui numerosi bambini "diversamente abili" non sono seguiti dagli insegnanti di sostegno. "Grazie ai tagli della Moratti - continua - che non si rende conto che l'alunno tipo, a cui ha pensato con la sua riforma, da noi a Palermo non esiste. Esistono realtà difficili, disagiate, diverse dalla Lombardia o dal Piemonte, non previste dagli articoli della riforma". "La parola d'ordine adesso è managerialità, ma applicare metodi manageriali alla pubblica istruzione significa rovinare quel tanto di buono che ancora resta nella scuola pubblica - continua Melania - ma il ministro non si rende conto che i miei colleghi e le mie colleghe più anziane sono fortemente demotivate? Guadagnano pochissimo, non sanno usare i computer perchè nessuno glielo ha mai insegnato, devono avere a che fare ogni giorno con alunni a volte terribili perchè provenienti da realtà sociali particolarmente complicate. E per la nuova figura di docente a chi pensa la Moratti? Ad un docente anziano, il più anziano".
"Il disinvestimento di risorse a favore della scuola privata, le conseguenze della legge 53 dello scorso anno portano ad un degrado inarrestabile della scuola - prosegue Melania - la Moratti non è un'insegnante, e noi, alunni e professori, non siamo burattini meccanizzati. Io sono giovane, ho ancora parecchia voglia di lavorare e costruire, ma penso ai miei colleghi più anziani, magari ancora lontani dalla pensione, costretti a restare ancora per anni e anni, senza risorse, senza motivazioni, con l'entusiasmo prosciugato da tempo, costretti ad applicare rigidamente direttive e circolari assurde o oscure, in modo pedante e burocratico. Che tipo di saperi saranno in grado di trasmettere ai ragazzi?".