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Unità/Roma: Lavoro a rischio per i ricercatori le proteste di geologi e medici

CONTRATTI a termine da un decennio ma ora possono perdere il posto Una vicenda che nel solo Lazio coinvolge 12mila precari nel pubblico impiego e 6mila nel comparto scuola, università e ricerca

01/10/2008
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l'Unità

di Alessandro Ferrucci

Poche ore ed è scoppiata la protesta. È bastata una frase, anzi un’emendamento, il cosiddetto Tremonti-Brunetta che annulla la stabilizzazione dei precari, per far scendere in piazza centinaia di lavoratori a gridare la loro rabbia. A volte disperazione. Una vicenda che nel solo Lazio coinvolge 12mila precari nel pubblico impiego e 6mila nel comparto scuola, università e ricerca. Insomma, circa altre due Alitalia, in quanto a «esuberi»...
E non parliamo di soggetti di secondo piano o superflui, ma di personale necessario, per esempio, «a mandare avanti tutte le attività di salvaguardia e tutela in campo ambientale» spiega un rappresentante dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. In questo caso sono scesi in strada, a piazza Indipendenza, e hanno occupato la sede dell’istituto con uno striscione con su scritto «Brunetta mandi a casa 700 precari», esattamente la metà del totale dei lavoratori dell’istituto. «Qui, esistono uffici composti da diciassette persone - spiega un lavoratore - nei quali quindici sono precari; gli assunti sono solo i dirigenti». Vuol dire «che se non saranno confermati i contratti - spiega un’assunta a tempo indeterminato - saremmo costretti a mettere i “lucchetti” a molte delle nostre attività». A rischio, quindi, il controllo dei siti contaminati, i sopralluoghi sulle zone colpite da disastri sismici o alluvionati: «Ho 35 anni e da 6 giro l’Italia, spedito ovunque ci sia un’emergenza: dai rifiuti della Campania, a Porto Marghera; dal disastro in Piemonte del 2000 allo straripamento del Sarno. Ovunque. E sono un precario».
Stesso refrain in altri luoghi della città: all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in piazzale Aldo Moro, si sono uniti sia i rappresentanti del personale dei Laboratori Nazionali di Frascati, il coordinamento dei precari degli stessi Laboratori e le tre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil). «In questo caso sparisce il 30% del personale, con 250 posti di lavoro in meno subito e nessuna nuova assunzione per assorbire altri 350 precari nei prossimi quattro anni». E ancora altri 150 i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità aderenti a Cgil, Cisl e Uil a manifestare su Viale Regina Elena. «Tutte professionalità a rischio azzeramento - spiega un ingegnere -; tutti precari oramai organici alle varie strutture».