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«Alle elementari si studierà una materia in inglese»

Il ministro Giannini e la riforma: scatti con crediti e anzianità

30/01/2015
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Corriere della sera

ROMA È conto alla rovescia per il decreto che entro la fine di febbraio dovrà fare la sintesi del progetto buona scuola.
Ministro Giannini, sono confermati i 140 mila assunti?
«Saranno tutti assunti il primo settembre e dovranno restare almeno tre anni nel posto che scelgono».
Cinquantamila circa copriranno le cattedre disponibili, gli altri novantamila formeranno l’organico funzionale, in media due insegnanti in più per ogni istituto.
«Copriranno le supplenze, si occuperanno di alcune nuove competenze come la logica, l’educazione alla salute e all’ambiente e l’insegnamento della lingua inglese, la lingua italiana per stranieri».
È prevista la formazione di questi prof? Con che fondi?
«Non subito, probabilmente durante l’anno. I fondi li troveremo, useremo i risparmi dell’abolizione delle supplenze. Ieri intanto ho stanziato altri 50 milioni per le spese correnti delle scuole».
Cosa cambia per i ragazzi?
«Il nostro è uno sforzo per traghettare la scuola dal Novecento al nuovo secolo, senza smantellare la base teorica che poggia sul sistema delle conoscenze. Aggiungeremo alcune competenze nel curriculum, ma quello che più ci interessa è che ci siano insegnanti preparati, motivati e aggiornati e che i singoli istituti funzionino. Saranno i bambini che inizieranno l’anno prossimo le elementari quelli che beneficeranno del tutto delle novità».
Che novità sono previste per le elementari?
«Nelle quarte e quinte oltre alla musica e all’educazione fisica con insegnanti specialisti da settembre ci sarà la possibilità di avere veri e propri professori di inglese che insegneranno, in compresenza con la maestra, una materia in inglese, per esempio scienze, il cosiddetto Clil».
C’è un numero sufficiente di insegnanti di lingua inglese? Nelle superiori sono dieci anni che si arranca e quest’anno il Clil per la maturità che doveva diventare obbligatorio non è partito...
«Abbiamo insegnanti per cominciare, poi si tratterà di orientare i concorsi, a partire dall’anno prossimo. So che ci vorrà del tempo, noi impostiamo un modello nazionale per la prossima generazione di insegnanti di inglese».
La materia in lingua inglese si farà anche alle medie?
«Per ora no. Ma i presidi potranno usare l’organico funzionale. Dal prossimo concorso avremo anche docenti di italiano come seconda lingua per i bambini non madrelingua».
Si è parlato di soglie o di quote riservate agli stranieri?
«No, direi di no. L’integrazione non è questione di quantità ma di qualità».
Scuola del futuro: non si può non parlare del digitale. L’Inghilterra ha introdotto due ore obbligatorie di programmazione alla settimana. E da noi?
«Ci rendiamo conto che non basta dare iPad, computer o lavagne interattive multimediali, né giocare con gli strumenti informatici. Ma non ci saranno ore di coding come disciplina, penso invece a lezioni di logica o a progetti specifici usando il personale a disposizione già alle elementari».
E alle superiori cosa cambierà?
«Arte sarà estesa con un’ora aggiuntiva in tutti e cinque gli anni dei licei, si sta studiando come inserirla nei tecnici e professionali, magari in modo facoltativo. Inseriremo anche un’ora di economia in terza e quarta superiore».
Gli studenti italiani sono in genere poco brillanti nelle materie Stem, cioè scientifiche, matematica in testa.
«Questo non è un problema di orario, ma di preparazione degli insegnanti e di condizioni dell’apprendimento».
Il Pd ha votato una risoluzione sul curriculum personalizzato, la riforma lo prevede?
«No, non si potrà personalizzare il curriculum. Ma con l’organico funzionale ogni scuola può ampliare la propria offerta e proporre progetti e materie in più».
Sugli scatti di merito ai prof avete fatto dietrofront?
«No, la proposta della buona scuola era provocatoria. Circa un quarto dello scatto sarà di anzianità, il resto sarà calcolato con i crediti guadagnati nel triennio dagli insegnanti. Mi piacerebbe che ci fossero dei criteri nazionali che se raggiunti daranno il diritto alla parte di scatto di merito».
In Italia non ci sono prof giovani. E i 140 mila precari non abbassano l’età media.
«Vogliamo smaltire le graduatorie e dal prossimo concorso avremo insegnanti più giovani e preparati per le esigenze della scuola del futuro. Tra dieci anni l’età media sarà scesa di almeno 3-4 anni».
Che cosa farete contro l’abbandono scolastico, vera piaga del sistema italiano?
«Non c’è una misura specifica, ma vorrei ripartire dal lavoro della Moratti sugli istituti professionali, aumenteremo le ore in azienda, da 70 a 200 nel triennio dei tecnici, al Sud cercheremo di coinvolgere anche il pubblico. Sarà determinante l’organico funzionale».
Nel decreto non c’è la riforma dei cicli, della scuola media. Perché?
«Se non hai scuole autonome e un organico responsabile, cambiare l’ordinamento non serve a nulla. Vedremo dopo».
I suoi rapporti con il Pd non sono idilliaci.
«C’è una certa cacofonia ma io ho lavorato bene sia con il sottosegretario Reggi che con Faraone. Il Pd tende giustamente ad essere molto protagonista».
 


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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