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Altra bacchettata da Bruxelles: l’Italia la faccia finita coi tagli alla scuola!

La Commissione Libertà civili e affari interni dell'Europarlamento chiede al nostro Paese di stoppare la lunga tradizione nel ridurre i finanziamenti: “è questa forse una delle ragioni degli scarsi risultati degli studenti italiani nei test internazionali”. Gli scarsi investimenti confermati dall’ultimo studio Eurydice: nessuno spende meno in Europa per l’istruzione pubblica e stipendi dei docenti al palo.

19/03/2015
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Ancora un monito all'Italia da parte dell’Ue. A mandarlo, stavolta, è Commissione Libertà civili e affari interni dell'Europarlamento: attraverso un rapporto sullo stato della Giustizia, la libertà e la sicurezza, l’organismo dell’Unione europea chiede infatti al nostro Paese di fare di più per migliorare il sistema giudiziario, pensionistico e scolastico.

Per quanto riguarda la scuola, il rapporto esorta l'Italia a non tagliare più i fondi alla formazione e ad investire di più sul suo capitale umano. "L'Italia - si legge nello studio - ha una lunga tradizione nel ridurre i finanziamenti alla scuola ed è questa forse una delle ragioni degli scarsi risultati degli studenti italiani nei test internazionali. L'Italia dovrebbe ribaltare questa tendenza, tenendo conto che l'istruzione è cruciale per essere competitivi nell'economia globale".

A tal proposito, vale la pena ricordare che alcuni giorni fa la Rete Eurydice, attraverso una ricerca europea commissionata proprio dalla Commissione Ue, ha ricordato che l’Italia è il Paese del vecchio Continente che spende meno di tutti per l’istruzione pubblica: a fronte di una media Ue del 10,84, da noi si investe nella scuola appena il 9,05% del totale. Con gli stipendi dei nostri insegnanti ridotti ai minimi termini.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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