“Basta imitare modelli stranieri i contenuti sono più importanti”
di Benedetto Vertecchi
04/02/2015
la Repubblica
«Corriamo troppo dietro a modelli internazionali e non ci curiamo più neanche della nostra lingua. Perché non ce la inventiamo noi un’idea innovativa?». Il pedagogo Benedetto Vertecchi sostiene che «la tecnologia deve essere usata come opportunità, non come sostituzione».
Professore, secondo lei, è un metodo valido d’insegnamento quello che trasforma le aule in laboratori su misura per ogni materia?
«Si tratta di esperimenti che bisogna affrontare con un po’ di prudenza. Quando si usano le tecnologie non sappiamo quale sia l’effetto sull’educazione perché nel giro di due o tre anni cambiano, mentre l’effetto di un libro lo sappiamo. Se ci concentriamo solo su quello che attrae l’attenzione rischiamo di creare nei ragazzi il vuoto reale».
Cosa intende?
«Vent’anni fa bisognava imparare a programmare, poi si doveva studiare la nuova cultura alfabetica degli sms che adesso però sono diventati vocali. Voglio dire che la tecnologia è importante, ma si supera velocemente e non può diventare la priorità».
Gli adolescenti però sono dei nativi digitali.
«Sì, ma la società dei consumi sta erodendo la loro capacità di fare e di scrivere, sta minando la loro memoria. La scuola invece deve opporsi a tutto questo. La perdita della scrittura, ad esempio, è un fenomeno gravissimo. Possiamo davvero dire che la poesia non serve, l’arte non serve ma solo l’inglese è utile per i rapporti commerciali o il computer per fare grafici sull’andamento degli incassi? È questo il nuovo profilo di cittadino che vogliamo?». ( la. ser.)