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Buona Scuola a rischio. Il dilemma di Matteo Renzi: legarla alla vita del governo o ritirarla.

La scelta tra oggi e domani

16/06/2015
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L'Huffington Post

Un numero: 10. E’ questo l’articolo del disegno di legge la ‘Buona scuola’ che i renziani hanno già cerchiato in rosso, mentre si accingono a votare i primi articoli della riforma in commissione Cultura. Morale sotto i piedi, pesa la sconfitta dei ballottaggi, soprattutto a Venezia e Arezzo, ma anche Matera, Nuoro, i feudi di centrosinistra persi dopo decenni. Ma al Senato il vascello renziano va avanti, anche se si prevede tempesta, sull’articolo 10 appunto, quello ‘gravato’ dall’emendamento di Sel che chiede lo stralcio dell’assunzione dei precari per metterla al sicuro per il prossimo settembre. Le sentinelle renziane al Senato temono l’incidente, prevedono che su quell’emendamento così centrale nella ‘Buona scuola’, il governo possa essere sconfitto. Renzi non ferma la macchina, ma medita. Su due opzioni: contrapposte. La prima è da arma letale: se la ‘Buona scuola’ non passa, cade il governo. La seconda è l’esatto opposto: ritirata sulla scuola, avanti con la riforma della Rai che però potrebbe presentare gli stessi problemi a Palazzo Madama. La decisione tra l’opzione A e l’opzione B dovrebbe maturare tra oggi e domani.

Sull’articolo 10 pesa l’emendamento di Sinistra e Libertà che chiede di stralciare la parte delle assunzioni dei precari, in modo da metterla al sicuro e farla partire a settembre. Ma questo è uno schema che continua a non convincere Renzi. “La Buona scuola non è una sanatoria per gli insegnanti ma una riforma della scuola”, ha sempre detto il premier e non cambia idea. Il punto è che in commissione anche il precario equilibrio tra maggioranza e opposizione non è cambiato: 15 a 12. Ma tra i 15 sono compresi tre ‘dissidenti’: i due Dem Corradino Mineo e Walter Tocci e il senatore a vita Carlo Rubbia.

Mineo ne ha parlato oggi nella riunione del gruppo Pd. E lo spiega su Facebook: “Venezia è una sconfitta…”, ora “Renzi lasci che sulla scuola si approvi il mandato al relatore per portare subito al voto in Senato la stabilizzazione del maggior numero di precari. La parola data dal governo ad almeno 100mila insegnanti va mantenuta. Ci sarà poi tempo per studiare un modo di valutare i docenti meno offensivo e sbagliato di quello proposto dai relatori, per definire meglio i poteri del dirigente scolastico, per rilanciare la scuola pubblica facendo dell'autonomia strumento di perequazione… Nulla cambi: questo è il rischio non per me, per Casson o per Tocci, ma per l’Italia…". Tocci pure ha espresso le sue critiche nella riunione dei senatori, a quanto raccontano i presenti. Mentre Rubbia, che da senatore a vita appartiene al gruppo ‘Per le autonomie’, pure ha lasciato intendere a Renzi le sue perplessità sulla ‘Buona scuola’.

Da sottolineare che le ultime vittorie elettorali del centrodestra - tra regionali (Toti in Liguria) e ballottaggi delle comunali - sembrano aver chiuso la strada del soccorso azzurro da Forza Italia. Oggi in commissione Cultura è arrivata Mariarosaria Rossi, la fedelissima di Silvio Berlusconi, a sostituire un collega assente: per i renziani è stata la conferma che l’ex Cavaliere non farà sconti e non lascerà nulla di intentato nella sua scelta di opposizione dura e pura.

Ad oggi, la riforma sembra un vascello avviato a sicura tempesta, se non a naufragio vero e proprio. E’ per questo che Renzi sta valutando per bene il dafarsi. Il dilemma è grosso: fare della ‘Buona scuola’ il ‘casus belli’ che decide le sorti della legislatura o no? La tentazione è forte, anche perché sarebbe l’unico modo per stanare chi “rema contro” in Senato, non solo nella minoranza Pd ma anche dentro Ncd. Perché a incupire il quadro contribuisce anche il clima nel partito di Alfano, attraversato da grande tumulto ora che la Giunta per le immunità è avviata a decidere sulla richiesta di arresto dell’alfaniano Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Un caso che si somma al dibattito in corso nel Nuovo centrodestra sull’ultima tornata elettorale (stare con Renzi o remare verso Berlusconi e Salvini, insomma l’opposizione?), un caso comunque non da poco, visto che la commissione presieduta da Azzollini deve esprimere i pareri vincolanti sulla ‘Buona scuola’ e anche sulla riforma della Rai, qualora il governo decidesse di anticiparla per rinviare la riforma della scuola. Un rebus molto intrecciato. Che per ora dà cattivi frutti: oggi, dopo aver votato i primi 10 emendamenti, la commissione Cultura ha dovuto aggiornare l’esame della ‘Buona scuola’ a domani sera (ore 20.30) proprio perché manca il parere della Bilancio sugli altri articoli.

Gli emendamenti sono oltre duemila. Mercoledì sono annunciate nuove proteste dei sindacati in piazza nei dintorni del Senato. Il senatore renziano Andrea Marcucci è ottimista: “Abbiamo fatto le prime votazioni sugli articoli 1 e 3. Domani pomeriggio è convocata la Commissione Bilancio e auspichiamo e riteniamo che possano darci pareri importanti in modo da continuare domani sera il lavoro qui in Commissione Istruzione. Se ci sono i pareri possiamo procedere rapidamente… Sono moderatamente ottimista". Il capogruppo Luigi Zanda è sicuro che sulla scuola “ogni giorno può essere decisivo”. Renzi monitora in attesa di trarre le sue conclusioni.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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