Camera, parte il viaggio parlamentare della "Buona scuola". Tra molte insidie
Il disegno di legge potrebbe diventare bersaglio di una marea di ricorsi
Corrado Zunino
ROMA - Martedì parte il viaggio, dalla Camera, commissione Cultura, del disegno di legge "La buona scuola". Sarà un viaggio lungo, più lungo di quello che il governo ha pronosticato. Con buona probabilità fino a giugno, fino alla chiusura, quindi, dell'anno scolastico in corso, la discussione Camera-Senato e ancora Camera non sarà chiusa. Una previsione di percorso è questa: la settimana che arriva partono le audizioni di sindacati e associazioni, nella settimana che segue Pasqua discussione generale in commissione e presentazione degli emendamenti (centinaia, si attendono). Voto in aula a fine aprile e, procedendo spediti ma spediti davvero, avvio al Senato ai primi di maggio. Legge possibile a giugno, alla fine, appunto, dell'anno scolastico 2014-2015.
Se saranno questi i tempi non solo si farà complicato mettere in cattedra centomila docenti nuovi - metà a coprire i posti vacanti, metà a rinforzo - al primo settembre, ma diventerà più complicato del solito far partire la nuova stagione, mandare a regime l'organico funzionale, immaginare l'introduzione delle dodici materie nuove o rinforzate, dare corpo alla successiva legge delega con l'irrobustimento delle materne e il progetto "asilo 0-6 anni". L'intervento finale di Matteo Renzi sulla Buona scuola - come su ogni legge, su cui il premier si prende l'ultima parola e gli ultimi innesti - non è stato solo un problema per la rottamazione dello strumento del decreto sulle assunzioni degli insegnanti precari. Il problema sono state, soprattutto, le scelte finali fatte. Il dominus ha trasformato un progetto "Buona scuola" ben accolto nel paese in un disegno "Buona scuola" contestato dalla maggior parte degli insegnanti italiani. Se confermato in queste dimensioni e con questi criteri, il ddl diventerà presto la calamita di un'onda di ricorsi mai vista in un Paese pur funestato dalla ricorsite.
Che ha fatto il premier, con i suoi colpi di coda? Ha messo blocchi di aspiranti insegnanti fuorigioco dopo che per sei mesi il librone "La buona scuola" aveva loro raccontato che sarebbero stati assunti (e quegli insegnanti avevano fatto scelte di vita immaginando che finalmente sarebbe stata la loro volta buona). Il premier, su indicazioni del suo Partito democratico, ha tolto dal blocco assunzioni 8.300 idonei del concorso del 2012. Tremilaquattrocento dovrebbero rientrare attraverso le Graduatorie a esaurimento, ma gli esclusi ora mostrano via Twitter le promesse - nero su bianco, anzi, azzurro su bianco - della Buona scuola prima versione. Alcuni hanno posizionato il foglio delle "promesse" al posto della foto personale. Pagina 15 della Buona scuola di settembre 2014, punto 1.1, capitolo le assunzioni. Si legge: "Lanciamo un piano straordinario per assumere a settembre 2015 quasi 150 mila docenti: tutti i precari storici e tutti i vincitori e gli idonei dell'ultimo concorso". Il ministro Stefania Giannini e il suo capo di gabinetto hanno via via confermato quella frase, ma Renzi su indicazione del Pd il 12 marzo ha mandato all'aria tutto. Cinquemila ricorsi tutti insieme, se a giugno le esclusioni saranno confermate, arriveranno grazie a questo cambio in corsa.
Un'altra cocente delusione è quella dei "precari storici", bacino di voti del Pd tra l'altro. La selezione su "Tutti i precari storici", citando sempre il libro mastro della Buona scuola, ha in verità tenuto fuori almeno settantamila supplenti già inseriti nel giro insegnamento. Il ministero dell'Istruzione, accogliendo un'interpretazione minimalista della sentenza della Corte di giustizia europea, ha detto che sono solo 1.800 i docenti (e 4.500 gli amministrativi) che hanno lavorato per 36 mesi su posto vacante, e solo questi saranno assunti dopo l'obbligo europeo. Ma la cifra è lontana, davvero troppo lontana dalle indicazioni dei sindacati: il Miur non rende pubblici i risultati del censimento sulle graduatorie e alimenta il sospetto. Poi i 22 mila abilitati con i tirocini Tfa (costati ai tirocinanti tremila euro), i 60 mila usciti dai percorsi Pas, i 55 mila diplomati magistrali. Non c'è traccia per le loro speranze nel Ddl, a fronte di promesse rodomontesche. Quindi 23 mila insegnanti delle scuole materne della prima fascia (quasi tutte donne): la loro assunzione è stata spostata in avanti. Se sul piano dei numeri l'effetto annuncio - 148 mila in ruolo a settembre 2015 - ha garantito la successiva delusione, anche nel merito non si capisce bene la razionalità di assunzioni che: 1) vogliono sbloccare il sistema incatramato delle graduatorie, 2) vogliono portare in cattedra insegnanti capaci, motivati, giovani. Gli "idonei" del lungo e selettivo concorso 2012 rispondevano a queste intenzioni e caratteristiche e tutti coloro che hanno fatto tirocini, corsi preparatori universitari, pure.
Camera e Senato tenteranno di rimediare alle contraddizioni della Buona scuola uscita dal Consiglio dei ministri, ma è facile che il fuoco incrociato delle proposte (Forza Italia cercherà di recuperare gli idonei 2012) complichi la faccenda e che la scure della Ragioneria tagli a fette pacchi di emendamenti finanziariamente non sostenibili. La responsabile del Pd scuola, Francesca Puglisi, è andata nella tana dei sindacati uniti a difendere il suo lavoro e ha detto, tuttavia, che l'articolo 12 del disegno di legge è da rivedere. L'articolo 12 è proprio quello sul "Piano assunzionale straordinario", la Puglisi è infatti convinta che bisognerà assumere docenti anche dalla seconda fascia delle graduatorie (70 mila supplenti che insegnano quest'anno sono stati presi da lì). Le due pagine del "Piano assunzionale straordinario" restano le più importanti per consentire alla Buona scuola di non naufragare nella generale recriminazione del Paese.