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“Ci diano più risorse solo così si evita la serie B del sapere”

Palermo. Il rettore Micari:Le nostre tasse sono basse e quindi ci impediscono di scommettere su investimenti e turn over

04/07/2015
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la Repubblica

Sara Scarafia

È UN «meccanismo pericoloso». Fabrizio Micari, l’ingegnere appena eletto rettore dell’Università di Palermo, boccia l’idea di pesare diversamente le lauree in base alle diverse “pagelle” degli atenei.
Qual è il pericolo?
«Quello di creare università di serie A e di serie B. Sottoporsi alla valutazione è doveroso, ma il confronto va contestualizzato».
I parametri non sono ancora chiari, ma di certo Palermo nelle classifiche nazionali ha brutti voti…
«È un problema di risorse. Palermo applica la tassazione più bassa d’Italia, siamo penultimi in classifica, e questo ci dà poche risorse da investire nel turn over dei docenti. Che oggi è fermo al 30% annuo contro il 90-100 di altre realtà del Nord».
Insomma, la riforma premierebbe gli atenei più ricchi?
«Fare università a Palermo non è come fare università a Milano o in altre città nelle quali il reddito pro capite è due-tre volte superiore. Il tasso di occupazione a un anno dei nostri laureati è di 20 punti inferiore a quello delle città del Nord: è colpa dell’università o del fatto che al Sud è più difficile trovare impiego?».
Anche per questo cresce l’emigrazione degli studenti siciliani al Nord dopo la laurea triennale.
«In effetti sono in molti a partire. Questo è uno dei punti sui quali lavorare. Una cosa però è certa: il livello di preparazione dei nostri laureati alla triennale è altissimo».
Che farà se la riforma dovesse andare avanti così com’è?
«Vedremo. Mi sembra che ci siano profili di incostituzionalità».

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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