Colpo di spugna sul contratto Si deciderà per legge
Molte le materie rilegificate e non derogabili dalle parti
Carlo Forte
Contrattazione collettiva sul rapporto di lavoro dei docenti, da tavolo negoziale a luogo di ratifica (non indispensabile) di decisioni già prese. È il sistema di relazioni sindacali dell'era Renzi. Ed avrà come effetto la rilegificazione del rapporto di lavoro dei docenti: dalla mobilità alla responsabilità disciplinare, dalla disciplina del compenso accessorio alla struttura della prestazione. Il disegno, già delineato dai governi precedenti tramite un progressivo inasprimento del rapporto gerarchico verticale tra docenti e preside, giungerà al suo acme con l'approvazione del disegno di legge delega varato dal governo il 12 marzo scorso. Alla questione è dedicato un intero articolo delo ddl. Che però si limita ad elencare le materie rilegificate e che, alla fine, conclude nel senso della loro inderogabilità da parte della contrattazione collettiva. Conclusione peraltro non necessaria, perché le norme di legge, con l'avvento della legge 15/2009, non sono più derogabili dalla contrattazione collettiva.
Se il parlamento approverà la delega così com'è, l'effetto sarà la fine dell'era della contrattazione collettiva nel comparto scuola. Che potrà sopravvivere solo in forme meramente residuali. Come per esempio la contrattazione integrativa di istituto, ormai ridotta a simulacro dopo il depauperamento del fondo di istituto. E in qualche misura nelle forme dedicate alla contrattazione dei minimi salariali. Che dovrebbe concretizzarsi nuovamente non appena il governo deciderà di finanziare gli adeguamenti retributivi per il recupero dell'inflazione. Ipotesi, questa, che non risulta essere stata inserita nell'agenda di questo governo (né dei precedenti).
Resta da vedere come il governo intenda riempire i vuoti lasciati dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Che attualmente ha la funzione di vero e proprio regolamento dello stato giuridico del personale docente. E che proprio grazie alla sua configurazione alla stregua di norma di dettaglio, ha consentito, finora, la regolazione puntuale dei vari istituti che regolano il rapporto di lavoro dei docenti. Si pensi alla complessa disciplina, peraltro di fonte legale, che regola il regime delle precedenze e delle inamovibilità d'ufficio. E che continuerà a dispiegare effetti, di fatto, legando le mani dei dirigenti scolastici, che saranno costretti a rinnovare l'incarico ai tanti docenti che ne sono muniti. Oppure alla disciplina dei permessi, ormai chiara anche grazie alle tante sentenze della giurisprudenza di merito eppure posta in discussione da alcune circolari in aperto contrasto.