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Corriere-Giuseppe Bertagna spiega il piano: la vera sfida è la formazione professionale

"In classe fino a 18 anni, liceo più corto: ecco la nostra riforma" Giuseppe Bertagna spiega il piano: la vera sfida è la formazione professionale ROMA - "C'è bisogno di una riforma ...

18/12/2001
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Corriere della sera

"In classe fino a 18 anni, liceo più corto: ecco la nostra riforma"

Giuseppe Bertagna spiega il piano: la vera sfida è la formazione professionale

ROMA - "C'è bisogno di una riforma che innalzi il livello qualitativo del sistema educativo di istruzione e di formazione, non solo per il 9 per cento di ragazzi e ragazze che frequentano il liceo classico e il 18 che frequenta il liceo scientifico, ma anche per il restante 73 per cento. E' questa la nostra vera emergenza". Parla il professor Giuseppe Bertagna, presidente del gruppo ristretto di lavoro che ha consegnato il rapporto di sintesi sulla riforma al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, al centro del dibattito negli Stati generali della scuola.
Come si fa a innalzare il livello qualitativo della scuola?
"Bisogna intervenire sulla qualità dell'istruzione dai 3 ai 23 anni, lavorando sui punti critici dell'attuale sistema. Il nostro lavoro ha alcuni cardini fondamentali. Per cominciare abbiamo proposto di mantenere l'istruzione primaria, cioè le elementari di 5 anni e la scuola media di 3.
Ma abbiano cambiato le caratteristiche didattiche, incrementando la connessione tra la quinta elementare e la prima media e infine attribuendo un carattere orientativo agli ultimi due anni di media. Il secondo cardine, che poi è la nostra vera sfida, è consistito nel valorizzare la formazione rendendola equivalente all'istruzione.
Il terzo cardine è stato quello di fare interagire istruzione e formazione, non solo e non tanto per permettere i passaggi, ma perché oggi non esiste professione che non abbia bisogno di teoria e teorie che non debbano confrontarsi con l'operatività e la concretezza".
I lice i dureranno quatto anni e non più cinque. Perché?
"Abbiamo fatto la scelta di proporre in 12 anni di scuola un offerta formativa pari a 13 mila 500 ore di lezione contro le 12 mila 740 distribuite negli attuali 13 anni. Nel caso del liceo classico contro le 4 mila 587 ore di lezione previste oggi, noi proponiamo un'offerta di 4 mila 500 ore. La scelta dei quattro anni è perché abbiamo innalzato di molto la qualità dell'istruzione precedente, partendo dalla scuola dell'infanzia, e perché abbiamo previsto un controllo della qualità in ingresso all'università. In caso di non raggiungimento dei livelli di preparazione, c'è un quinto anno di allineamento. Occorre tenere conto che oggi la laurea specialistica è di cinque anni e quindi se noi prevedessimo l'iscrizione all'università a 19 anni, la laurea arriverebbe a 24 anni invece di 23 come succede per le lauree specialistiche in tutta Europa.
A 19 anni finiscono la scuola solo la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e la Polonia, ma solo perché lì cominciano a 7 anni. Il Regno Unito ha 13 anni di scuola, che però finisce a 18 perché si comincia a 5 anni. In Germania si va all'università a 19 anni, ma l'università dura 4 anni".
Prima di decidere avete ascoltato il parere delle scuole?
"Il 71,3 per cento dei professori, secondo un'indagine Istat che ne ha ascoltati 3 mila 445, ritiene che le superiori debbano concludersi a 18 anni . Lo stesso campione vuole all'80 per cento che la scuola elementare e media resti di 8 anni. La scelta dei docenti è chiara. Solo il 20 per cento dei genitori condivide il ciclo unico base di sette anni previsto dalla riforma Berlinguer. Il credito di un anno per chi fa la materna, invece, non è piaciuto. E' un punto debole della nostra proposta".


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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