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Corriere-IL TAVOLO MEGLIO DELLA PIAZZAdi GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

IL TAVOLO MEGLIO DELLA PIAZZA di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI Si capirà meglio a cose fatte quanto il rifiuto da sinistra agli Stati generali della scuola sia stato un errore strategico e quant...

18/12/2001
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Corriere della sera

IL TAVOLO MEGLIO DELLA PIAZZA

di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI

Si capirà meglio a cose fatte quanto il rifiuto da sinistra agli Stati generali della scuola sia stato un errore strategico e quanto sia stato il riflesso condizionato di una diffidenza per la coreografia e per la formula degli inviti. E' certo che non essere domani e dopodomani alla riunione di Roma, sede scelta in extremis al posto di Foligno dopo aspre polemiche, va tutto a danno dei ragazzi, che della nuova scuola sono gli utenti. Dalla piazza non si ascolta e non si incide nelle decisioni. Per due giorni agli studenti italiani, anche a quelli a sinistra, conveniva fidarsi. Contrapporre la protesta all'informazione e alla discussione, senza raccogliere la prima occasione di analisi della materia del contendere, rischia di assumere lineamenti autolesionistici. C'era la possibilità di proporre correzioni e di mettere in evidenza difetti del progetto governativo.
Chi temeva di fare da tappezzeria a una parata propagandistica poteva chiedere di rimescolare il calendario. Se era prevista la presenza di quattro ex ministri della Pubblica Istruzione, vuol dire che si sarebbero potute mettere a confronto le due facce dell'intero tema. E i sessanta membri delle Commissioni di Camera e Senato per l'Istruzione avrebbero potuto anticipare quel dibattito parlamentare, al quale in definitiva toccherà decidere della scuola da cambiare. Magari si facesse così per altri popolari temi della vicenda italiana.
Qualcuno nella contestazione pensava a Foligno come alla Genova global e antiglobal. Ma a Foligno non vanno più né gli invitati agli Stati generali né i contestatori. In ogni caso questa riunione si ispirava a un'idea che pareva l'opposto del G8. A Genova si protestava contro gli otto potenti del mondo che decidevano il destino di tutti, senza ascoltare il resto della Terra. A Foligno erano stati invitati più di cento studenti, democraticamente eletti secondo le leggi attuali, e più di sessanta rappresentanti delle associazioni dei genitori, chiamati ad ascoltare e ad essere ascoltati. E accanto a loro i rettori di tutte le università, i sindacati della scuola e le confederazioni sindacali, gli ordini professionali, gli imprenditori.
Anche se è lecito diffidare dell'organizzazione e del metodo dei lavori, ogni minuto doveva svolgersi a Foligno, e si svolgerà a Roma, sotto gli occhi dei ragazzi di 7 mila scuole, collegate via satellite. E' un esperimento. Può fallire, e in parte è stato frenato. Ma in sé il controllo telematico era già una garanzia di trasparenza.
Se il tavolo pubblico risulta squilibrato, è più corretto chiederne un riequilibrio che disertarlo. Sostituire gli slogan con i numeri e le notizie è interesse comune. Ci sono 20 mila miliardi da investire, facciamo i conti. Misuriamo l'affidabilità dei tecnici e dei politici. Alla riunione ci sono anche i membri della commissione che ha formulato i singoli punti della proposta più disamata da una parte degli studenti, la questione dei cicli. Interpellarli e magari contraddirli ha un senso.
Scendere dalle enunciazioni teoriche alla contesa sulle strategie operative è metodo moderno, anche nelle divisioni politiche. Foligno doveva essere piccola stazione per un treno che andrà in Europa.
Ora il treno parte da Roma: vi devono salire in futuro generazioni chiamate a confrontarsi con coetanei di altri Paesi, dove vige la buona regola di informarsi prima di dividersi. Fare per 48 ore apertura di credito all'onestà intellettuale altrui non è un pericolo. Di slittamento in slittamento, le generazioni invecchiano lasciando vecchia la scuola.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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