Così i test diventano più facili
Intervista
17/03/2015
la Repubblica
ROMA .
Anna Brancaccio è direttore generale degli ordinamenti scolastici al ministero dell’Istruzione. Da tre anni lavora su uno dei difetti di massa degli studenti italiani: la matematica.
Perché sono così indietro?
«Per troppo tempo abbiamo proposto una matematica astratta e concettuale».
Il problem solving è un modo per concretizzare?
«Certo. Abbiamo compreso presto che era più in linea con il linguaggio che i giovani conoscono e usano».
La “soluzione del problema” è di matrice anglosassone: esempi e poi la richiesta di trovare una strategia per risolvere.
«Non ci ispiriamo a inglesi e americani, che spesso banalizzano. Cerchiamo di avvicinarci al linguaggio dei nostri ragazzi e, magari, di risalire qualche classifica internazionale».
I professori di matematica protestano, definiscono la simulazione del 25 febbraio una brutta prova.
«I grafici ci dicono che gli studenti italiani stanno migliorando. Abbiamo la chiara percezione che abbiano fatto proprie le indicazioni del ministero, abbiano adottato l’esperimento. Non può arrivare tutto e subito».
Il 45 per cento di insufficienti non si può considerare un successo.
«Sono insufficienti che migliorano, i votacci diminuiscono. E chi va bene, va davvero bene».
Il 22 aprile la seconda prova, così ravvicinata alla Maturità?
«Andiamo avanti, la nuova simulazione darà fiducia ai ragazzi. Ci aspettiamo altri progressi ». (c. z.)