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Ddl scuola: prof prestati dalle medie alle primarie, meno potere ai presidi

La commissione Cultura alla Camera al lavoro nonostante la festività ha dato il via libera a modifiche del ddl che danno più spazio alla collegialità nelle decisioni

04/05/2015
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Meno poteri ai presidi e più collegialità nella stesura del Piano dell'offerta formativa per le scuole: lo stabilisce un emendamento del Pd sul ddl «La Buona scuola» approvato domenica in Commissione Cultura alla Camera, al lavoro nonostante la giornata festiva. Ad annunciarlo è Manuela Ghizzoni su Twitter, ricordando che l'emendamento «riporta POF alla decisione degli organi collegiali per reale autonomia». Inizialmente il ddl prevedeva che il Piano fosse elaborato dal dirigente scolastico, mentre l'emendamento approvato stabilisce che «il Piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il Piano è approvato dal consiglio di circolo o di istituto».

La verifica ogni tre anni

L'emendamento stabilisce inoltre che il Piano triennale «è rivedibile annualmente» e che deve indicare sia «il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico dell'autonomia sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità» sia «il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa». I tre anni sono del resto anche il periodo di tempo entro i quali un preside viene valutato, come già previsto dalle norme attualmente in vigore: e quindi anche questo stempera il superpotere dei presidi-manager. Un altro emendamento del Pd in discussione va nella stessa direzione: prevede infatti che il dirigente sia valutato dal Consiglio di istituto, che è composto da docenti, genitori, e- nel caso delle scuole superiori - anche dagli studenti.

Arte e musica al centro

Un altro aspetto del ddl scuola che gli emendamenti approvati domenica tendono a migliorare è quello che riguarda la formazione artistica e musicale. In particolare, secondo una modifica proposta dal Pd e approvata, «il fondo di funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni statali dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica è aumentato di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2002». Un altro emendamento al testo, sempre proposto dai democratici, stabilisce che «per il potenziamento degli obiettivi formativi e per promuovere l'eccellenza italiana nelle arti», con decreto del Ministro dell'Istruzione di concerto con il Ministro dei Beni culturali, si riconosca «l'equipollenza tra titoli rilasciati da scuole e istituzioni di rilevanza nazionale e operanti nei settori di competenza del Mibact», come ad esempio l'Accademia di arte drammatica, «alla laurea triennale, magistrale o specializzazione». «Un bellissimo segnale», commenta Simona Malpezzi (Pd). Per esemplificare: se oggi chi si diploma all'Accademia di danza della Scala, o all'Accademia di arte drammatica, non aveva un riconoscimento specifico per poter insegnare, dopo il ddl potrà vedersi riconosciuto un titolo acquisito in una «istituzione nazionale».

I prof che «migrano»

Passa infine anche un emendamento che consente agli istituti scolastici di utilizzare per l'insegnamento della musica, dell'inglese e dell'educazione motoria, «nell'ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all'insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate, nonché docenti abilitati all'insegnamento anche di altri gradi di istruzione in qualità di specialisti ai quali è assicurata una specifica formazione nell'ambito del Piano nazionale». Così le scuole primarie potranno avere l'aiuto di prof specialisti, proprio nelle materie che il governo vuole potenziare, senza dover ricorrere a contributi esterni, spesso pagati dalle famiglie. «Così aiutiamo le scuole a funzionare meglio e si allargano le sperimentazioni», conclude Malpezzi.


Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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