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“Decisi a rivedere tutti i punti del testo in estate sarà legge”

Il sottosegretario Faraone: “Faccio autocritica pensavamo che bastasse mettere solo i soldi”

18/06/2015
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la Repubblica

 Sottosegretario Davide Faraone, parlate di Buona scuola da dieci mesi ma non riuscite a portarla a casa. Rischiate di registrare la prima sconfitta del governo Renzi?

«Entro l’estate il disegno sarà legge. Fallire sulla scuola vorrebbe dire veder fallire l’anima del governo, non accadrà».
Fatto sta che inizia un’altra estate e voi convocate gli stati generali: tornate a discutere con tutti.
«Pensavamo bastasse mettere soldi sulla scuola, invertire una traiettoria storica al ribasso, per avere la fiducia della classe docente e ricomporre quello specchio rotto che oggi è l’istruzione italiana. I fatti ci hanno smentito e ora, fermandoci, facendo autocritica, dimostriamo di saper tornare ad ascoltare professori, presidi, studenti, genitori, sindacati».
Per andare dove?
«Se apriamo una giornata di discussione lo facciamo senza preconcetti. Ai primi di luglio il tema dello stralcio delle assunzioni dall’intero progetto non si porrà più, non ci sarà tempo per mandare in cattedra i precari dal prossimo settembre. Così, senza fretta, entreremo nel merito delle cose».
Ridiscuterete anche le categorie dei precari che saranno assunti? Oggi tocca solo agli iscritti nelle Graduatorie di prima fascia.
«Si riapre tutto. Se fin qui si è registrata un’ostilità generale, vuol dire che il piano va rivisto. Ridiscuteremo anche i numeri, meglio, la loro tempistica, senza pregiudizi. I tre miliardi di euro in legge di stabilità non li tocca nessuno. Ci sono quattro grandi categorie di precari, nella scuola: graduatorie a esaurimento, graduatorie d’istituto, i tirocinanti universitari, gli idonei da concorso. Dobbiamo trovare un equilibrio migliore».
Il provvedimento da settembre a oggi è cambiato.
«Cambierà ancora. L’importante è che si chiuda la stagione del precariato, s’introduca il merito, si faccia crescere la qualità e nella scuola italiana entri davvero l’autonomia dei singoli istituti ».
Con questa nuova sosta, all’ansia dei 450 mila precari che si sentivano sbattuti fuori, ora si aggiunge l’ansia dei centomila che credevano in una cattedra sicura tra due mesi e mezzo.
«Il governo non può procedere ispirato dell’ansia. Entro l’estate chiudiamo».
In Senato che succede? Sugli articoli importanti siete due voti sotto.
«Chiediamo che le opposizioni ritirino molti emendamenti. Sono cento quelli seri, duemilacinquecento quelli messi per fare ostruzionismo. Non stanno togliendo neppure quelli».
Si parla di opposizione comprendendo, naturalmente, i democratici Tocci e Mineo.
«Il Pd al Senato ha la maggioranza, deve poterla esprimere».
Sostituirete Tocci e Mineo?
«Ci concentriamo, sgombrato il campo dai centomila in cattedra subito, a discutere con loro».
Salterete la commissione per andare direttamente al Senato e imporre la fiducia?
«E’ l’ultima opzione. Prima proviamo a ragionare in commissione, poi andiamo a ragionare con il paese, poi rivedremo il provvedimento e torneremo tutti più sereni in Senato per portare in fondo una legge che serve straordinariamente al paese».
(c.z.)

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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